Raheed T'Keelah
Una folata di vento improvvisa, decisamente un po' troppo improvvisa per essere frutto del soffio di Madre Natura. La riconosco: questa è magia.
-"Attento"- dice una giovane fanciulla dalle vesti rossi.
E' questione di un attimo, più veloce del letale pungiglione dello scorpione quando uccide la sua preda, e una folata di vento scaglia a terra il mio copricapo, il quale ora giace a pochi passi dall'infermeria. Mi volto di scatto: il randagio di strada mi tiene le spalle, finge disinteresse per l'accaduto, ma io so che è stato lui, solo uno stolto e vile come lui può colpire un suo compagno di squadra. Sento la rabbia crescermi dentro, una rabbia cieca nei confronti di una persona, se si può definire tale, che conosco da meno di cinque minuti.
Distendo la mano in direzione del mio nuovo amico, pronto a sprigionargli contro il caldo e accogliente abbraccio dell'Eden, e già mi immagino la sua espressione mentre, robuste e vigorose, gli fanno scomparire dalla faccia il suo sorrisetto da sfacciato, ma poi il mio sguardo incrocia quelle delle fanciulle presenti nella tenda. Una ha i lunghi capelli del colore del cielo, lo sguardo innocente e le guancie rosee, l'altra è la ragazza che ha tentato di avvertirmi poco fa, il vestito rosso porpora, le labbra carnose e seducenti, i capelli argento, due occhi chiari, eppure misteriosi. Queste fanciulle, i loro sguardi, mi ricordano gli occhi innocenti dei bambini che giocano per strada nella mia terra.
Sulla testa porto il capo di un animale, ma sotto di esso vi è un cervello pensante, un cervello umano, razionale e funzionante. Non posso farlo. Chiudo gli occhi, riprendo il controllo. Abbasso il braccio. Il poveraccio non merita la mia attenzione e poi, la sua intraprendenza, potrebbe tornare utile in battaglia ... se riesce a non farsi uccidere. Afferro il mio copricapo e lo indosso. Mi volto verso le due fanciulle. -
"Mi chiamo Raheed T'Keelah, vengo dalle Dune Profonde del Sud, dal villaggio di Ruynek."- dico mentre mi inchino.