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  1. #2101
    GdR Master L'avatar di Eclisse84
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reietti

    Ryuk Leithien

    Mi infastidisce, mi infastidisce così tanto che non sopporto la sua vista! Mi domando come ho fatto a reggere la sua presenza per un giorno intero, l'ho persino portata da Auron, probabilmente non avrei dovuto, ma mi è sembrato giusto presentarle il motivo per il quale sto scombussolando la mia vita, dopo che lei ha accettato di sposarmi. Lasciamo perdere, non dovrei innervosirmi, stava al lago a flirtare con il nuovo arrivato, mentre si schizzavano l'acqua e lei rideva così di gusto... non l'ho mai vista ridere. Domani andrò in battaglia e sicuramente sarò il bersaglio principale dei reali, ci scommetto che mandano i soldati migliori per accopparmi e per quanto io sia sicuro di me, per quanto io sia duro a morire, non posso scommetterci che tornerò vivo. Arrivato in tenda, sto per sedermi sul pagliericcio, ma una voce mi fa girare verso l'ingresso



    "Parla"





    Oh, tu guarda! Che sorpresa, mi ha raggiunto e con quanta grazia e finezza mi parla, quanta gentilezza. Afferro l'asciugamano dal cassettone e glielo lancio addosso, potrebbe prenderla in piena faccia "Asciugati, prima che ti venga un malanno"

    Resto in piedi frontalmente a lei, mi gratto la testa pensieroso ed ancora infastidito, ma devo parlarle per forza e questo è l'unico momento che ho. La supero e chiudo la tenda alle sue spalle, in modo da non avere scocciatori tra i piedi e voltandomi nuovamente verso lei, inizio a parlare con tono ed espressione seria "E' probabile che domani punteranno tutti il sottoscritto, almeno i reali e non so come andrà a finire, forse ti libererai di me prima del previsto"



    Sorrido forzatamente, un sorriso amaro "Vorrei che tu mi facessi una promessa ora" Mi avvicino di un passo guardandola negli occhi "Se dovesse capitarmi il peggio, promettimi che ti prenderai cura di Auron e che non gli mancherà nulla. Non dire a nessuno della sua esistenza, Esperin... voglio solo che mio figlio abbia una vita serena lontano da tutto questo"

  2. #2102
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reietti

    Esperin Raeghar


    Ryuk mi osserva infastidito, sguardo che ricambio ancora scocciata per l'atteggiamento che ha tenuto al lago. Senza rispondermi afferra un asciugamano dal cassettone e prima che possa rendermene conto me lo lancia addosso con i suoi soliti modi eleganti e fini "Asciugati, prima che ti venga un malanno" mi dice, mentre io faccio appena in tempo a sollevare la mano per afferrarlo che me lo ritrovo in faccia. Piego leggermente la testa e prendo il telo guardandolo infastidita, rispondendo con un "Grazie" sarcastico e scocciato, usando poi il panno per asciugarmi frettolosamente viso e collo, iniziavo effettivamente ad avere un pò freddo.



    Lui resta in piedi senza parlare, si gratta il capo con fare incerto prima di superarmi e chiudere la tenda alle mie spalle, per poi tornare frontalmente a me e riprendere a parlare con tono serio "E' probabile che domani punteranno tutti il sottoscritto, almeno i reali e non so come andrà a finire, forse ti libererai di me prima del previsto" inizia a dirmi per poi sorridere, non quel solito sorriso sarcastico che sfoggia sempre, ma uno più serio, forzato, probabilmente è davvero in tensione per domani nonostante non lo dia a vedere.



    "Vorrei che tu mi facessi una promessa ora" mi chiede poi avvicinandosi ancora di un passo, abbasso istintivamente lo sguardo leggermente a disagio, per poi rialzarlo meno di un secondo dopo.



    "Se dovesse capitarmi il peggio, promettimi che ti prenderai cura di Auron e che non gli mancherà nulla. Non dire a nessuno della sua esistenza, Esperin... voglio solo che mio figlio abbia una vita serena lontano da tutto questo".



    Mantengo il suo sguardo leggermente stranita, non mi aspettavo questa richiesta anche se a posteriori la ritengo ovvia e naturale, se gli succedesse qualcosa il suo patrimonio finirebbe a me ed è normale si preoccupi per il futuro di suo figlio.



    E' ciò che farebbe qualsiasi buon padre, dopotutto, sebbene sia ancora strano per me associare questa figura ad uno come lui. "Nessuno saprà di Auron, e ciò che è tuo sarà anche suo senza i vincoli del tuo nome" gli rispondo seria, come a ribadire l'ovvio e restando un attimo in silenzio prima di continuare



    "Ma non sarà necessario, sei addestrato e con più esperienza della maggior parte dei soldati Reali, inoltre questo casino in cui mi hai coinvolta è troppo grande per me, quindi evita"

  3. #2103
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reietti

    DAHMER GRAY

    Finalmente brandisco la benda e riesco a vedere l'orrore che vi si celava dietro! Tanta carne putrefatt... ma come, un occhio sano?





    Ma che scherzo è questo? Jarak mi pare molto agitato, manco lo avessi sottoposto ad una terribile tortura. Proprio non capisco tutta questa sua titubanza, non se l'era mai lavato? A quanto pare no, dato che ci vedo un sacco di cacchine del sonno incrostate. L'iride ha un colore innaturale, rosso sangue, pare quasi riuscire a scrutare la mia anima. La palpebra inferiore è ferita, sicuramente il danno l'ha ricevuto, ma non come pensava lui. Crede di non avere più l'occhio, con tanto di assensa di bulbo oculare, ma come è possibile avere una simile certezza? Non si è mai sfiorato nemmeno il tessuto nero per vedere che in rilievo v'era la sfera dell'occhio? Mi sviene tra le braccia, lo raccolgo giusto in tempo, sussurrando in mio nome come avesse fatto uno sforzo sovrumano.





    "Jarak!" lo chiamo preoccupato. Accidenti, volevo solo vincere la scommessa, non volevo fargli troppo male o addirittura traumatizzarlo!



    Lo poggio a terra delicatamente e mi avvicino al lago, dove strappo un lembo della camicia che ho sotto la cotta e la impregno d'acqua. Gli bagno la fronte, non sono bravo a curare la gente, di norma faccio l'opposto... accidenti non so cosa fare! Se chiamo qualcuno, mi daranno subito la colpa... no cazzo, devo farlo rinvenire! Inizio a schiaffeggiarlo piano piano continuando a ripetere il suo nome. "Eddai nonno, non mi spaventare!" esclamo mentre gli bagno completamente la faccia con altra acqua raccolta con le mani. Su forza, apri quei cazzo di occhi!

  4. #2104
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reietti

    Jarak

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    <<Svegliati, David, ti sei pisciato sotto!>>


    Nella confusione del dormiveglia ci metto un po’ a capire che si stanno riferendo a me: loro mi conoscono come David, ma due settimane fa rispondevo al nome di Markus, e ancora prima mi sono fatto chiamare Jon. Prima ancora non ricordo, ho cambiato troppi nomi. Apro gli occhi di scatto quando sento i pantaloni umidi e mi siedo sul pagliericcio, intravedendo con la vista ancora offuscata dal sonno Finn che si allontana starnazzando insieme a Cole.


    <<Cattivo David>>, li sento ridere, mentre mi stropiccio gli occhi, <<Cattivo! Si è fatto la pipì addosso!>>. Riacquistata un po’ di lucidità, cerco lo sguardo di Finn. <<O forse mi hai bagnato i pantaloni con le tue sfere d’acqua>>, ribatto secco e con la voce ancora rauca.


    Ovviamente non ottengo alcuna risposta, e i due continuano a ridere e scherzare tra di loro, facendo versi e spintonandosi come dei bambini, mentre Uovo osserva il tutto da lontano, rimanendo in silenzio come sempre.


    Faccio parte del gruppo da due settimane, e ormai mi sono abituato a scherzetti del genere. Verrebbe da pensare che i briganti siano gente seria e pericolosa, persone pronte a toglierti la vita se non sei disposto a consegnare anche la tua ultima moneta, ma poi conosci dei veri banditi… e inizi ad avere dubbi. Finn e Cole hanno solo sedici anni, pochi meno di me ma la differenza si sente, e non riuscirebbero nemmeno ad uccidere un vecchio decrepito, mentre Uovo… beh, è Uovo. È molto più grande di noi e si è decisamente guadagnato quel soprannome: è grasso, lento e si ostina a tenere la testa pelata, assomigliando effettivamente a un uovo luccicante al sole. Si vanta spesso di aver ucciso un sacerdote e di avergli rubato la tunica che indossa… come se ci fosse qualcosa di cui vantarsi. Eppure… se se lo tengono attorno, un motivo ci sarà. Nonostante la nostra natura avversa, infatti, durante gli scontri a volte mi sembra di avvertire un forte potere provenire da lui… ma penso sempre di aver preso un abbaglio. <<Non capisco perché ti fai trattare così>>, sento dire alle mie spalle dopo qualche attimo di silenzio.


    Mi giro e vedo Duncan, in piedi con le braccia incrociate. <<I gemelli sanno a malapena tenere in mano una spada, e Uovo non domina nemmeno un elemento. O almeno, non lo ha mai usato. Grasso com’è, comunque, riusciresti ad atterrarlo con un calcio ben piazzato. Avverto il tuo Fulmine, David… ed è potente, potente come pochi>>.


    Abbasso lo sguardo, incapace di sostenere il suo. Duncan è l’unico che mi tratta da amico nel gruppo, ma… come posso dirgli la verità? Come posso rivelargli che non oso più evocare il mio Fulmine perché mi ricorda loro? Come posso ammettere ad alta voce che lo vedo come una maledizione, invece che come un dono? La risposta è semplice: non posso. <<Potente quanto il tuo, sicuramente. Non ti sottovalutare>>, gli rispondo, abbozzando un sorriso.


    Nonostante rotei gli occhi, le labbra si Duncan si piegano verso l’alto, e il mio cuore finalmente rallenta. <<Un giorno capirò cosa nascondi>>, mi dice, e poi si allontana verso una palla di fieno, probabilmente per riposare. Seguo il suo esempio e chiudo nuovamente gli occhi.

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  5. #2105
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reietti

    Ryuk Leithien

    "Nessuno saprà di Auron, e ciò che è tuo sarà anche suo senza i vincoli del tuo nome"



    Mi risponde seria, osservandomi a sua volta, mi voglio fidare, ho scelto di farlo nonostante tutto, l'ho coinvolta in questa cosa e sarei uno stupido a dubitare ancora, anche se è lei, una Raeghar e so benissimo cosa pensa di me e della mia stirpe "Ma non sarà necessario, sei addestrato e con più esperienza della maggior parte dei soldati Reali, inoltre questo casino in cui mi hai coinvolta è troppo grande per me, quindi evita"



    Inclino la testa, questa volta sorrido sinceramente, lascio il sarcasmo da parte per una volta. "Sapresti gestire tutto egregiamente, è che ti hanno sempre trattata come una che non ne capisce nulla, te ne sei convinta ormai. Ho visto come hai parlato ai soldati oggi, non è cosa da tutti"



    Ammetto a me stesso che è vero, che ho visto del potenziale, la piccola Raeghar ha quel suo modo di fare che tanto mi irrita, ma i miei uomini sono stati a sentirla "Cercherò di non farti diventare vedova, comunque... potresti sempre rivolgerti a Drako, è pur sempre stato il Primo" Dicendo ciò cercherò di prenderle la mano delicatamente e di inchinarmi, per sfiorarla con le labbra



    "Non ho ancora baciato la sposa"
    che sia riuscito o meno in questo gesto gentile, che tutto sommato non mi dispiace rivolgerle, considerato l'ingente aiuto che mi sta offrendo.



    Lascerò la sua mano e la guarderò ancora "Buonanotte, Esperin" le volgerò le spalle e mi stenderò sul pagliericcio per dormire.

  6. #2106
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reietti

    Jarak

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    <<Siamo ricchi! Siamo ricchi! SIAMO RICCHI!>>


    Finn e Cole stanno danzando da ore ormai, e sinceramente non so come facciano, io sono distrutto… sembra quasi che abbiano energie illimitate. Inizialmente anche Uovo stava celebrando con loro, con la sobrietà che lo contraddistingue, ma si è stancato presto e ora sta dormendo su un pagliericcio. <<Non ho mai visto un bottino del genere! Possiamo… possiamo comprare ciò che vogliamo! Potremmo anche… pagare qualcuno che ci porti a Dohaeris! Ne ho sentite delle belle su quel regno… dicono che le strade siano lastricate d’oro, e che al Nord caghino diamanti!>>.


    La risata di Duncan, purtroppo, non riesce a mascherare il rumore del mio boccale che cade a terra e si frantuma. Finn e Cole smettono bruscamente di danzare e mi squadrano da capo a piedi, probabilmente sono pallido come un cencio. <<Tutto bene?>>, mi chiede Duncan, preoccupato. <<Sì… scusate>>, rispondo prontamente, chinandomi per raccattare i pezzi di vetro sparsi sul fieno. Dohaeris… Dohaeris… Dohaeris… devo calmarmi. <<Andate a mettere il bottino in un posto sicuro>>, aggiunge il ragazzo, con tono imperioso.


    Recentemente Duncan è diventato una specie di leader per il nostro gruppo di sbandati, complice la sua maggiore età e la prestanza fisica: potrebbe batterci tutti con un solo dito… anche se lui si ostina a sostenere il contrario. I gemelli spariscono in fretta e lo sento avvicinarsi, appoggiandomi infine una mano sulla spalla. <<Sei bianco come un cadavere>>, mi dice, gentile. <<Non mi piace. Cos’è successo?>>. Devo inventarmi qualcosa, e alla svelta. <<È stata…>>, deglutisco, nervoso, <<…una lunga giornata. Sono stanco, tutto qui>>.


    Sollevo lo sguardo, sperando di averlo convinto… cosa che ovviamente non è avvenuta, perché Duncan mi sta guardando più preoccupato di prima. <<Alzati>>, mi chiede, ma dal tono che ha usato sembra più un ordine, <<E seguimi>>. Non posso rifiutare ora, sarebbe troppo sospetto. Devo seguirlo… non posso fare altro. Perciò mi alzo in piedi e cammino dietro di lui, uscendo dal fienile e percorrendo la stradina finché non raggiungiamo uno sprazzo di prato. Duncan alza il viso e osserva il cielo, e d’istinto faccio la stessa cosa: ci sono centinaia, migliaia, milioni di stelle, che con la loro luce illuminano l’oscurità della notte.


    Rapito da questo meraviglioso spettacolo quasi non mi accorgo che il ragazzo mi afferra la mano e la alza verso il cielo… spalanco gli occhi, sorpreso: non vorrà mica… forse ha frainteso. È un bel ragazzo, ben piazzato, ma io… beh, ho altri gusti. <<Quella costellazione>>, comincia, <<Riuscivo a vederla anche da casa mia>>. Si riferisce alle stelle che mi sta facendo indicare col mio stesso dito. <<L’ultima volta che l’ho ammirata da lì, fu con la mia sorellina. Venne uccisa quella stessa notte e io fui costretto a fuggire>>. Ah… inizio a capire dove vuole andare a parare. <<Dei soldati di Astapor ci avevano scambiato per altre persone, e non si preoccuparono nemmeno di assicurarsi che fossimo veramente i loro obiettivi prima di cercare di tagliarci la gola. Con me hanno fallito, con mia sorella purtroppo no. E da quel giorno non ho più nessuno>>.


    Quando Duncan distoglie lo sguardo dal cielo faccio lo stesso, e incateno i miei occhi ai suoi. <<Questa è la mia storia. Non ti voglio obbligare a raccontarmi la tua, ma… devi parlarne con qualcuno, David. Abbiamo notato tutti come reagisci davanti a certe cose… tutte, stranamente, collegate a Dohaeris>>. Ed eccolo qua, il panico è tornato, e respirare sta cominciando a diventare maledettamente difficile. Ma forse… forse ha ragione. Se gli raccontassi la verità… questo peso sui polmoni potrebbe sparire. <<Era…>>, sì, <<Era…>>, o la va o la spacca, <<…Era la mia casa>>.


    È andata, non posso smettere adesso. <<Sono nato lì… nella Terra delle Tempeste. Mi chiamo Valerius… Valerius Urthadar>>. Se Duncan è sconvolto, di certo non lo mostra: rimane impassibile, le sue iridi grigie nelle mie, e in silenzio come per incitarmi a continuare. Ma poi ricordo… per quanto il mio cognome sia rinomato a Dohaeris, probabilmente fuori dai suoi confini significa poco o nulla. <<Sono… ero nobile, facevo parte di una famiglia molto potente, ma… causavo troppi problemi ai miei genitori, e hanno tentato di eliminarmi. Mi sono salvato per miracolo>>.


    Una lettera, una stupida lettera ad Aeglos… e quegli stronzi mi hanno rifiutato come un maledetto cane! <<Calmati>>, mi dice Duncan improvvisamente. Ho iniziato a stringere i pugni senza nemmeno rendermene conto... <<I tuoi genitori sono lontani. Non possono farti del male, né ora, né mai>>. Chiudo gli occhi, sollevo il viso e li riapro verso il cielo, perdendomi nel mare di stelle… quanto vorrei che fosse vero. In realtà, mi fanno male ogni giorno.

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  7. #2107
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reietti

    Esperin Raeghar


    Ryuk inclina la testa ascoltando le mie parole e poi sorride ancora un volta senza quell'odioso sarcasmo che lo contraddistingue "Sapresti gestire tutto egregiamente, è che ti hanno sempre trattata come una che non ne capisce nulla, te ne sei convinta ormai. Ho visto come hai parlato ai soldati oggi, non è cosa da tutti" mi dice, mentre io lo osservo stranita, chiedendomi se pensa davvero le cose che sta dicendo oppure se lo sta facendo solo perchè avverte la mia agitazione e non vuole generare discussioni.



    Mi fa piacere sentirlo, lo ammetto, ma detto da lui non mi sembra credibile...non so, non me lo aspettavo. Su quel terrazzo, sebbene credessi nelle mie parole, mi sono sentita in difficoltà tremenda, non credo proprio che riuscirei ad impormi da sola e la sua presenza in qualche modo mi dava sicurezza, grazie alla legittimità della sua posizione nei loro confronti oltre che ad una predisposizione sicuramente più spiccata della mia al comando. "Cercherò di non farti diventare vedova, comunque... potresti sempre rivolgerti a Drako, è pur sempre stato il Primo" aggiunge poi continuando a guardarmi, e mi rattristo pensando alla situazione con Drako, mi chiedo quanto impiegherà ad accettare questa mia decisione, mi fa male sapere che prova rabbia nei miei confronti.



    Sono certa che mi aiuterebbe, non lo metto in discussione ma non voglio pensare a questa eventualità, Ryuk tornerà vivo e questo non è in discussione, non ho intenzione di gestire tutto questo da sola e di ereditare il suo patrimonio, non lo voglio.



    Persa in questi pensieri non mi accorgo che prende la mia mano per poi inchinarsi, ed alzo lo sguardo su di lui chiedendomi cosa stia facendo. "Non ho ancora baciato la sposa" mi dice, sfiorando delicatamente la mia mano con le labbra, ed io resto a fissarlo irrigidendomi, alternando lo sguardo tra i suoi occhi, le sue labbra e la mia mano, prima di ritirarla avvertendo un fastidio crescente, che in fin dei conti neanche riesco a spiegarmi, per questo contatto .



    E' solo un baciamano, eppure mi da fastidio, non lo deve fare, non si deve comportare così. "Evita questi atteggiamenti con me Ryuk, ed evita le sparate come prima al lago. Attieniti ai patti, come faccio io. Buonanotte e buona fortuna per domani" esclamo seria, prima di poggiare il telo ed uscire dalla tenda per dirigermi verso la mia.


  8. #2108
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reietti

    Jarak

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    <<David, svegliati!>>


    Comincio ad aprire gli occhi, lentamente, ma uno scossone mi costringe a spalancarli in pochi istanti. Davanti a me vedo il viso di Duncan: è paonazzo, sudato, sembra stanco e spaventato. Sono passati due giorni dalla nostra conversazione, quando gli dissi la verità sul mio conto e gli chiesi di continuare a chiamarmi David… non voglio che gli altri scoprano tutto, non mi fido di loro. <<Che succede?>>, gli chiedo, allarmato. Non l’ho mai visto così, che una ronda di soldati ci abbia trovato? Sarebbe un bel guaio. Il ragazzo non mi risponde e si limita ad alzarsi, cammina avanti e indietro per qualche secondo, si passa una mano tra i capelli e poi torna verso di me. <<Guarda>>, mi dice, indicando verso la sua destra qualcosa che da sdraiato non riesco a vedere. Perciò mi alzo anche io, giro lo sguardo e… vedo il corpo di Finn vicino a una balla di fieno, esanime, a terra, in una pozza di sangue. Il suo, probabilmente.


    <<Cosa diavolo è successo!>>, sussurro a denti stretti abbassandomi istintivamente, come se dovessi proteggermi da un qualche colpo improvviso. <<È morto?>>, chiedo, conoscendo già perfettamente la risposta. <<Sono uscito per prendere una boccata d’aria>>, continua Duncan, <<E quando sono tornato, l’ho trovato lì. Cole e Uovo sono scomparsi>>. Che siano stati loro? Sono forse fuggiti con il nostro bottino? Ma Cole sarebbe davvero stato in grado di uccidere suo fratello?


    <<L’oro c’è ancora?>>, sussurro nuovamente, sempre più preoccupato. Non che me ne freghi qualcosa del denaro, ma, se fosse sparito, significherebbe che i responsabili dell’omicidio di Finn sono davvero loro e che se la sono svignata con tutto. <<Non lo so… non ho controllato. Sono venuto subito a svegliarti>>. Annuisco e mi dirigo verso la palla di fieno dove nascondiamo ciò che rubiamo. Qui trovo tutto intoccato, c’è ogni cosa, dalla misera moneta di rame agli oggetti di valore molto più alto. Non capisco… cosa diamine è successo?


    <<Duncan, non manca nient->>, un colpo fortissimo alle gambe mi costringe a lasciarmi cadere sulle mie ginocchia. D’istinto cerco di rialzarmi ma sono immobilizzato, scintille di corrente elettrica percorrono le mie gambe e i muscoli sono invasi da spasmi incontrollabili. Giro la testa con talmente tanta violenza che per poco non mi si stacca dal collo. <<COSA STAI FACENDO?>>, urlo, terrorizzato più che furioso. Duncan è impassibile, ogni traccia di umanità ha lasciato il suo sguardo, e la sua mano brilla ancora del Fulmine che condividiamo. <<Avevo bisogno di una scusa per svegliarti. Mi servi sveglio>>, mi dice, con il tono pacato come se non mi avesse appena attaccato alle spalle. <<Sei impazzito?>>, urlo ancora, sperando che Cole e Uovo siano da qualche parte e che vengano in mio soccorso. <<Non verranno. Non li ho uccisi, ma sono legati qua fuori>>, mi risponde il ragazzo, come se avesse potuto leggermi nella mente. Ed ecco che lo vedo sorridere, ma non è uno dei suoi soliti sorrisi… è freddo, inquietante. <<Non ti piace il mio sorriso?>>.


    Ma che diamine…? Quasi non credo ai miei occhi: le iridi grigie di Duncan lentamente perdono ogni colore, tramutandosi in due cerchi bianco latte, e attorno alla pupilla compare un cerchio scarlatto, rosso come il sangue.



    <<Posso leggere la tua mente come un libro aperto>>, continua Duncan, senza che io lo interrompa. Non riesco nemmeno a parlare. <<Eppure non sono riuscito a strapparti l’informazione più importante. Continuavi a pensare a Dohaeris, a quanto hai sofferto, a ciò che hai rinnegato… ma tale è il tuo rifiuto per il tuo passato che non hai mai pensato a nomi, né a luoghi precisi. Ho dovuto abbassarmi all’inganno per scoprire le tue vere origini…>>, delle lacrime cominciano ad offuscarmi gli occhi, <<…Urthadar>>. Lo sapevo, lo sapevo, lo sapevo. Voglio urlare, sbraitare, sbattere la testa contro al muro. Lo avrà mandato mia madre? Si è finto mio amico solo per uccidermi? <<Chi ti manda?>>, sputo queste parole come se fossero veleno. <<Non i tuoi genitori>>, inizio a pensare che possa davvero leggere la mia mente, <<E non voglio farti del male, Valerius. Voglio farti un dono… un dono meraviglioso>>. Con uno scatto del braccio, Duncan afferra il mio collo e mi sbatte con violenza contro il muro. <<Un dono che non può essere sprecato… ecco perché dovevo essere sicuro che ne valesse la pena. E ora lo so… com’è che dicono? Tu hai l’impeto di un Urthadar>>, urlo con tutte le mie forze per coprire quelle parole, <<Ora so che sarai un ottimo soldato>>. Solleva la mano sinistra e, dopo una breve danza intorno al mio viso, la appoggia sul mio occhio sinistro coprendolo del tutto. <<Finirà presto>>, sussurra, e mentre pronuncia queste parole la sua pelle comincia a bruciare, a bruciare sempre più forte, fino a quando il calore diventa insopportabile. Urlo a squarciagola ma so che è perfettamente inutile, nessuno verrà, nessuno mi salverà, esattamente come quella volta. Sbraito, scalcio, ma Duncan è più forte di me e non riesco a liberarmi dalla sua presa. Sento che sto per perdere i sensi, il mio occhio si sta sciogliendo, è la fine… ed eccola che arriva, una fitta lancinante parte dal bulbo oculare sinistro e mi attraversa il cervello, come se l’ascia di una mannaia me lo avesse appena spezzato in due. Non penso di aver mai urlato così forte in vita mia… quando la sua mano si allontana dal mio viso, la visione è diversa, strana: vedo tutto sfocato, mi sembra di vivere un sogno. Ma ho ancora il mio occhio, non si è sciolto, ne sono sicuro.


    <<Ora l’altro>>. Lentamente riacquisto una visione normale e riesco a vedere Uovo pochi istanti prima che colpisca il mio aguzzino sulla nuca con un bastone. Duncan mi lascia cadere e arretra di qualche passo, mentre Uovo, con una prontezza di riflessi encomiabile, evoca un turbine di vento e lo scaraventa contro il muro opposto a noi.


    <<Uov->>, faccio per parlare ma l’uomo mi mette una mano sulla bocca e mi fa segno di rimanere in silenzio. <<Guardami>>, mi ordina, e la situazione è così paradossale che non posso fare altro. Penso sia la prima volta che mi parli. <<Un mese fa ti sei imbattuto in un gruppo di briganti e hai deciso di farne parte. Nel corso della vostra convivenza hai stretto amicizia con il loro capo, Duncan, che però si è rivelato un meschino doppiogiochista e ha tentato di ucciderti per intascare la tua parte di bottino. È riuscito a cavarti l’occhio sinistro, ma sei riuscito a scappare prima che potesse terminare il lavoro. La visione del tuo bulbo oculare cavo ti terrorizza, ti schifa, quindi indosserai sempre questa benda, anche di notte e quando ti laverai>>, sento che mi porge un pezzo di stoffa, ma non riesco a lasciare i suoi occhi, <<Non la toglierai mai. MAI, hai capito?>>. Faccio cenno di sì con la testa, non la toglierò mai, mai. Non sopporterei la vista del mio occhio cavo. Ha ragione, devo fare quello che mi dice. <<NON HO FINITO!>>, Uovo lascia il mio sguardo e mi spintona verso la porta del fienile. Duncan è tornato in piedi, ed è circondato da uno scudo di scintille, pronto per attaccare. <<Vai!>>, urla Uovo, e non me lo faccio ripetere due volte.


    Spalanco il portone e comincio a correre all’impazzata, ignorando il dolore alla schiena e il lancinante mal di testa, non ho intenzione di fermarmi fino a quando le forze non mi abbandoneranno. Mentre corro riesco a legare alla bell’e meglio il pezzo di stoffa sopra a dove si trovava il mio occhio sinistro: non lo leverò mai, mai, mai più. Sento che è la cosa giusta da fare.

    3/3

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  9. #2109
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reietti

    SAGE BLOODBORNE


    La notte è oscura e piena di terrori, diceva un’antica filastrocca che recitava ogni tanto mio padre per mettermi paura ed evitare che uscissi col buio e mi cacciassi in qualche guaio: mai una volta che gli avessi dato retta, da bravo figlio indisciplinato! Povero papà, non credo di sapere cosa si prova a crescere da solo un figlio un po’ vivace ed una bambina sempre bisognosa di cure e di attenzioni, deve essere stato faticoso se ci mettiamo anche il fatto che doveva mandare avanti la fattoria con le sue sole forze.


    Guardando le stelle in cielo mi torna sempre in mente il suo viso stanco e segnato dalla malattia quando gli ho comunicato che sarei partito per combattere contro il potere del nuovo tiranno: spaventato, ma anche orgoglioso e pieno di speranza. Quello che sono diventato lo devo a lui, alla sua pazienza, alle sue botte, ai suoi rimproveri, ai suoi consigli. Perdonami papà se non ti ho mai dimostrato l’amore che meriti, lo farò, lo farò al più presto non appena sarò di ritorno da quest’inferno.


    Eppure in questa notte, come in tutte le altri notti in cui ho provato, sono riuscito a portare qualcosa di buono, di sincero: cosa c’è di più bello della risata argentina di una ragazza che riesce a scacciare via, almeno per un attimo, i problemi che le affliggono la mente e le fiaccano l’anima?
    Sono quasi fuori dall’acqua quando quell’omone di Ryuk si avvicina con il suo modo di fare scostante e sbeffeggiante che ho già notato prima quando c’era ancora il tavolo.


    Sottolinea parlando con me la parola moglie, da la buonanotte e se ne torna da dove e venuto. Restiamo un attimo sconcertati, io e Esperin, non stavamo facendo nulla di male! D’altronde capisco che lui domani sarà in battaglia e vuole sistemare le sue faccende in caso gli succeda qualcosa. Vedo Esperin infastidita, rigida, c’è ancora qualcosa che mi sfugge in questa unione, quello che li lega non è affetto o amore, anche se lui sembrava essere parecchio geloso nei miei confronti. Dopo essersi legata nuovamente i capelli, quasi asciutti, mi da la buonanotte e decide di seguire Ryuk in tenda.


    La saluto con un cenno della mano poi mi sdraio con la schiena sull’erba e ritorno a fissare le stelle fino a quando il trambusto più in là mi scuote e mi accende anche un po’ di curiosità. Mi alzo e, senza badare se faccio rumore o meno, mi avvicino alle sagome, solo che adesso ne vedo solo una. Lascio che i miei occhi si abituino all’oscurità e finalmente lo scenario appare chiaro: un uomo è sdraiato a terra, mentre quello che mi sembra Dahmer sta cercando di rianimarlo. Corro immediatamente verso i due e, notando che il ragazzo tiene una pezza bagnata sulla fronte dell’altro, penso subito ad un mancamento. Prontamente gli tiro su le gambe perché … perché … non so bene perché, ma so che mio padre lo faceva a mia sorella incinta, quindi non può essere niente di male.


    Vedrai che tra un po’ starà bene” – dico facendo cenno a Dahmer – “Vuoi che ti aiuti a portarlo in tenda?” – continuerò guardando con curiosità l’uomo a terra: si tratta del vecchio Jakar, mi pare si chiami così, ma non ha la benda …
    Se Dahmer accetterà afferrerò più saldamente il vecchio all’altezza delle ginocchia, aspetterò che lui afferri le braccia e mi muoverò velocemente cercando di non far cadere a terra il povero malcapitato.


  10. #2110
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reietti

    DAHMER GRAY

    In mio soccors... ehm cioè a soccorso di nonno giunge anche Sage, che mi aiuta a portarlo in tenda.



    E' stato tutto così improvviso, gli avevo solo chiesto di darmi la sua benda, che gli costava in fondo? Perchè ha fatto tutti quei problemi, tanto addirittura da svenirmi tra le braccia? Metto una mano sulla spalla di Sage e lo guardo con un sorriso un po' nervoso: "Ti va di prendere una birra con me? Ho bisogno decisamente di bere" gli propongo dirigendomi alle botti vicino a dov'era il tavolo.







    Prenderò due boccali e li riempirò come si deve fino all'orlo senza far fare troppa schiuma, inclinandoli nel modo giusto. Una delle cose che mi ha insegnato mio padre. Mi siederò di fronte a lui e gli porgerò uno dei due bicchieri e inizierò a tracannare. "Tu non hai idea di cosa ho visto... dietro la benda del nonno... bhe ci sta un occhio... dall'iride rossa" gli confesso sussurrando, così che nessun altro possa ascoltarci.


 

 

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