1° Capitolo - Ritorno al Passato(Grace)
Il mio nome è Grace, Grace smith ,sono una ragazza di 20 anni con un brutto passato alle spalle. Oggi, per la prima volta dopo 12 anni, tornerò a casa. Avevo 8 anni quando ne fui portata via, quando la mia vita cambiò all'improvviso.
Fino ad allora tutto sembrava andare bene,vivevo con la mia famiglia in una delle case più belle di Sunset Valley , mia madre , Margaret Le Fleure ,gestiva l'azienda lasciatagli dai genitori, gli ultimi discendenti della famiglia Le Fleure , insieme ad un ricco patrimonio. Mio padre, Albert Smith , lavorava con mia madre, le loro famiglie erano amiche da sempre e i miei genitori si conoscevano fin da piccoli, così venne combinato il loro matrimonio. Nonostante il lavoro , non mi facevano mai sentire sola , e ogni fine settimana veniva passato esclusivamente in famiglia
La nostra ,agli occhi degli altri, sembrava il classico modello di famiglia perfetta:bella,ricca, felice ma,a volte, le apparenze ingannano,e con il passare del tempo, ho imparato che la “famiglia perfetta” non esiste ; la perfezione non esiste.
Anche se con me si mostravano sempre felici e sorridenti, io ho sempre dubitato della felicità dei miei genitori, dietro un sorriso si può nascondere di tutto. Mi capitava spesso di sentirli litigare anche per le cose più banali. Di sera, salutavo mio padre, mia madre mi dava la buona notte,mi leggeva una favola, chiudeva la porta e tornava di sotto, e li il tono della sua voce cambiava; loro iniziavano a litigare, a rispondersi male, a volte anche senza un motivo preciso, semplicemente non andavano d’accordo. Mi giravo nel letto senza prendere pace. Le lancette dell’orologio, le loro voci, gli unici rumori che si udivano. Spesso accendevo la luce, continuavo a leggere da sola qualche favola, per allontanarmi da quello che era la realtà.
Un giorno, forse proprio per cercare di aggiustare le cose, decisero di partire per una vacanza, lasciandomi a casa con Marie, la mia badante, una vacanza dalla quale non fecero più ritorno.
Una sera arrivò a casa la polizia, e, se pur un'ingenua bambina di 8 anni, nel mio cuore sapevo che qualche terribile notizia era in arrivo.Marie uscì fuori casa per parlare con i poliziotti,io lasciai perdere la casa delle bambole con la quale stavo giocando e mi recai alla finestra, ricordo che avrei tanto voluto aprirla per cercare di capire qualcosa ma che la maniglia era troppo alta. I poliziotti farfugliarono qualcosam poi Marie scoppiò a piangere,cercarono di consolarla e dopo di che andarono via.
Esitò un po’ prima di rientrare,un duro compito l’aspettava, quello di raccontare una cosa de genere ad una bambina. Quella sera non mi disse nulla, nonostante le mie assillanti e continue domande, mi diede da mangiare e mi mandò a letto. Sguardo assente , questo c’era nel suo viso. Niente favola della buona notte quella sera, non riuscivo a dormire , pioveva
I tuoni mi facevano paura, non volevo dormire da sola, così mi recai nella stanza di Marie, aprii la porta ma lei non c’era, il letto era vuoto, così scesi di sotto ma mi bloccai quando la vidi seduta alla poltrona davanti il caminetto. Ancora sguardo assente, il fuoco gli illuminava il viso ,le lacrime scendevano dai suoi occhi distanti. Oggi so che molto probabilmente in quel momento stava pensando ad un modo giusto per dire quello che doveva dirmi, che poi per comunicare cose così,esiste un modo giusto?
Il mattino seguente,con tutto il tatto possibile , mi disse che i miei genitori non c’erano più, che erano volati in un mondo migliore e che da lì mi sarebbero stati sempre vicini .
Ero rimasta sola. Stupido aereo malfunzionante, stupido viaggio. Mi sentii crollare il mondo addosso , piansi tantissimo, tutto quel dolore era troppo per una bambina come me, avevo bisogno di qualcuno che mi sostenesse, che mi desse affetto,ma nessuno sarebbe mai riuscito a sostituire i miei genitori, loro vivevano e vivono tuttora nel mio cuore. “ I loro corpi, se pur irriconoscibili sono stati trovati, mi dispiace piccola, vorrei tanto portarti con me, ma non posso, non ne ho le possibilità” mi disse tra le lacrime che soffocavano le parole. Donna anziana era Marie, si occupava di me , mentre i miei genitori non c’erano, da quando ero piccola, l’ho sempre considerata come la nonna che non ho mai conosciuto, ma da quel giorno non la vidi più.
Ero rimasta sola. Mi sentii crollare il mondo addosso.
Subito dopo il funerale fui portata in un collegio fuori città, con alle spalle una grande e cupa foresta, la prima impressione che ebbi di quel posto non fu buona, ma, purtroppo , tremendamente vera. Quel posto era privo di colore, di vita , di allegria, non sembrava per niente abitato da bambini!
"Prego signorina, siamo arrivati"
"grazie, ecco a lei"
I miei pensieri furono interrotti dalla voce della taxista che mi informava dell'arrivo ,scesa dal taxi, non so dire quanto tempo rimasi a fissare la casa prima di entrare,era perfettamente come la ricordavo , anzi, forse meglio, quello non era il mio ritorno a casa, io , in realtà, non ero mai andata via