Discussione: I ' m only One - New 02/08/2013 !!!

Originariamente Scritto da Vavi(:96

Ciao, Karo(posso chiamarti così, vero??)
Adoro questo diario!! Avevo già letto i capitoli precedenti quand'era ancora sospeso e ora che ho scoperto che l'hai ripreso ho letto anche gli altri capitoli!!!!
Le foto sono bellissime, poi quando Lilith combatte con il Titano è spettacolare sembrava di essere al cinema!! Mi piace molto l'idea delle frasi in inglese danno un'aria esotica al tutto! Ho notato che ci sono degli erroruzzi qui e là, ma nessuno è perfetto
Quella guardiana mi sta antipatica, spero che crepi!!! Assieme al re, magari...
L'imperatore invece mi sta simpatico.... e anche il demone figo Crownley... non è che scoppierà qualcosa tra la nostra Lilith e lui??
Aggiorna presto!

Tranqui chiamami come vuoi ^^
Grazie mi fai commuovere Anche a me stanno antipatici alcuni personaggi e sappi che alcuni desideri si esaudiranno Davvero ti piace L'imperatore? Che strano XD Eh il demone figo ha colpito finalmente ù_ù Nel prossimo capitolo ( che spero di scattare oggi visto che ho appena finito di fare un INTERO castello ) ne vedremo delle belle , o meglio nei prossimi due visto che l'ho diviso se no aggiornavo tra un mese...

Originariamente Scritto da Winged85

Dunque, è un discorso delicato che non penso sia il caso di affrontare qui, però una cosa te la voglio dire: non smettere di scrivere! La storia è bella e le foto sono molto curate, ormai ci hai fatto incuriosire quindi ti tocca portare a termine il lavoro

In maniera indiretta, conosco a grandi linee la situazione da te descritta quindi mi sento di dirti di non mollare, non pensare "E' difficile, rinuncio". Purtroppo so che ci vuole tanto impegno e buona volontà, ma sono problemi che possono essere affrontati e vinti E ti auguro davvero di riuscirci!
Nel frattempo, rimango buonina in attesa del prossimo capitolo!

PS: spero di non averti messa in difficoltà o in imbarazzo con il mio post precedente, nel qual caso mi scuso tanto!

No tranquilla non mi hai messo in difficoltà o in imbarazzo, anzi , il primo passo è ammetterlo. Finalmente inizio a parlarne ed ammettere di avere un problema con serenità. E' vero, è difficile e avvolte neanche la buona volontà basta ma allora ci siete voi che mi tirate su Spero con tutto il cuore di riuscire a finire questa storia , almeno questa XD Anche perchè nonostante continuate a dirmi che faccio errori dite anche che miglioro di capitolo in capitolo. Chissà, magari all'ultimo sarò diventata il Michelangelo della scrittura. Tsè magari per strada imparo il francese ! Due cose che non accadranno in questo mondo
Alla prossima quindi ^^

LEGGERE QUI PRIMA DI LEGGERE LA STORIA !!!
Carissimo lettore. I primi capitoli sono stati scritti tempo fa. Vedrai errori. La lettura non sarà delle più gradevoli. Vorrai abbandonare l'intera storia (che è molto lunga e complessa ma anche carina) perché scoraggiato dai primi capitoli. Sappi che lo so bene e non li correggo ora per un motivo. Rileggendo i vecchi capitoli vedo come ero una volta e come scrivevo una volta. Riconosco gli errori che facevo e oggi ho imparato a non farli più. Vedi, scrivo per migliorarmi. Sì, voglio migliorare ! Ecco perché non li correggo. Voglio poter vedere un giorno come sono migliorata capitolo dopo capitolo.
Ogni volta cerco di far sempre più attenzione e rileggo sempre più volte. Scrivo e riscrivo le frasi. Queste cose fino a qualche mese fa non le facevo nemmeno.
Anche tu potrai constatare, se solo continuerai, che ogni capitolo è migliore.
Quindi, caro lettore, ti chiedo solo questo: dai tempo al tempo e raccoglierai i suoi frutti.
Non abbandonare questa storia che potrebbe darti mille emozioni solo per i miei primi errori. Dammi la possibilità di mostrarti che tutti siamo in grado di crescere e migliorarci nel tempo. ^^

Non mi ricordavo più del tag di macchia XD Povero gattino. Bene, appena posso li faccio una foto e vado !

07- She has escaped



I soldati la riportarono nella sua stanza e la richiusero dentro. Sbatterono forte la porta nera dando segno di frustrazione. Ma se c’era qualcuno di deluso e frustrato quella era Lilith. Ancora una volta era rinchiusa come un animale dentro una gabbia ad aspettare altri ordini. Come un’arma che aspetta di essere usata. Sì, perché lei per tutti loro non era altro che un’arma di distruzione. Era stata creata per questo e ormai sapeva fare soltanto questo. Uccidere chiunque incontri la sua strada. Lilith si poggiò con le mani sul muro morbido battendo anche dei colpi furenti.



“Rabbia. Rabbia mi ribolliva nelle vene infuocate. Rabbia che mi accecava da anni. Rabbia che non riuscivo a spegnere. Nel mio cuore c’era solo quella. Non c’era spazio per altro se non per lei. Ero stanca di essere un oggetto nelle mani degli altri. Tutta la vita passata in gabbia non facevano altro che aumentare la mia profonda ira. Ormai avevo capito che non potevo scappare perché tanto era inutile. Scappando le cose non facevano che peggiorare. E allora cosa avrei dovuto fare? Restare ad aspettare il prossimo comando?”



“No! Non sarò più l’arma di nessuno. Rabbia, ira, rancore… Davvero solo questo so provare? O forse è solo quello che mi han insegnato per propri comodi. Che fare?! Che fare! Scappare? Lottare? Restare…aspettare. Che fare? Se scappo dovrò fuggire per tutta la vita. Se resto solo gli dei sanno che succederà. Quei dannati.”



“Diceva forse il vero? Mi darà la libertà un giorno? Oppure mentiva spudoratamente pensando che mai sarebbe arrivato quel domani? E se la cosa migliore fosse restare e… E se l’unico modo per ottenere ciò che cerco sia restare e … No! Non voglio più essere a “richiesta” di nessuno neanche se questo mi portasse la tanto amata utopica libertà.”



Quei pensieri assillavano la sua mente. Erano giorni, forse settimane che non mangiava. La stanchezza si faceva sentire sempre più. Il suo corpo e la sua mente diventavano deboli e di conseguenza fragili. Non poteva permetterlo. Doveva restare in forze in caso decidesse di fuggire. Lilith si voltò verso il letto. A malavoglia gli andò accanto e ci si sedette sopra lasciando cadere il suo peso sul materasso. Il suo corpo iniziò a sprofondare giù insieme ad esso. Prese il cuscino vecchio di color ignoto e lo massaggiò in mezzo. Tirò i suoi angoli e cercò di appiattirlo per renderlo più comodo anche se poco si poteva fare.



Girò il suo bacino dall'altro capo del letto ed alzò entrambe le gambe appoggiandosi solo coi glutei e mani. Provava quasi orrore a toccare col corpo quelle vecchie lenzuola. Non ebbe alternative se non posare i piedi sul letto e chinare indietro la schiena poggiandosi sul cuscino.



Girò il corpo sul lato, le braccia incrociate e le mani accanto alla testa. Una gamba sopra l’altra e la testa sul cuscino. Il minimo necessario doveva toccare quel putrido vecchio letto di prigione. Tra tutti i posti in cui avesse mai dormito (e parliamo di terra, alberi e fango) quel letto era nella top ten per la scomodità e l’orrore.



Non c’era accenno all’avvenire dell’oscurità. La luce non voleva proprio andarsene. Non aveva scelta se non sopportarla. Forse la stanchezza o forse la fame fecero socchiudere quei occhi gelidi ancora ed ancora fino a far diventare le palpebre sempre più pesanti. Finalmente i suoi occhi si chiusero in un silenzioso riposo.



Il sonno l’avvolse e la sua mente, il suo corpo e la sua anima riuscirono a riposare finalmente. Non sentiva freddo. Non sentiva neanche caldo. Forse non sentiva nulla. La sua pelle era come seta: lucente e delicata al tatto. Eppure così forte e senza una sola cicatrice visibile. Sottili le sue gambe con ossa forti e muscoli definiti. Un fisico guerriero senza un passato. Neanche una cicatrice o imperfezione sulla pelle. Come era possibile?
Le ore passavano e lei continuava a dormire. Non sembrava respirasse. Il suo petto non si muoveva. Solo le sue narici si divaricavano di qualche millimetro. Rimase immobile quasi come un vero cadavere.



Rimase immobile finché qualcosa strinse il suo cuore quasi a soffocarlo. Una sensazione di pericolo avvolse completamente il suo corpo fino ad interrompere il suo riposo. Aprì gli occhi vitrei. La pupilla diminuì progressivamente in pochi attimi. Qualcosa era successo e di certo non era nulla di positivo. Aveva già sentito la stessa sensazione. Non era la prima volta che si svegliava nel mezzo del sonno. L’ultima volta che l’era successo doveva affrontare un titano. E questa volta? Neanche lei aveva certezze.

In preda all’adrenalina causata dalla “insolita” sensazione, Lilith iniziò a svegliare anche il suo corpo. Separò le labbra e mostrò i denti quasi come se volesse ringhiare. Alzò la mano e scattosamente girò il braccio dietro la schiena per posarlo sul letto. Appoggiandosi sul materasso portò il suo busto in avanti. Si sostenne anche con l’altra mano immersa nel cuscino.



Piegò le gambe e le portò verso il suo busto e senza neanche toccar più il materasso le posò a terra una dopo l’altra.



Spostò il suo peso sulle gambe e velocemente si alzò dal materasso cigolante.



Rimase ferma in piedi per qualche istante. Pensò a cosa fare. Impulsivamente le veniva da distruggere tutto e rispondere al “richiamo” ma una parte più calma e razionale la fermava. Nonostante la parte più calma le continuava a dire che doveva aspettare, il fuoco iniziò a ribollire nelle sue vene.



Andò d’impulso dunque. Distanziò le braccia dal corpo e cercò di raccogliere quanta più energia possibile solo nelle sue mani. Sentiva un incantesimo che le bloccava il gesto ma il suo potere era superiore ad un misero incantesimo. Sentì l’energia nel sangue. Era in tutto il suo corpo; ne era avvolta.



Incanalò tutto questo potere nelle sue mani e quando sentì che era abbastanza lo scaraventò contro la porta. Unì le mani e le lanciò in avanti. Tutto il potere accumulato iniziò a scagliarsi contro la porta sotto forma dell’energia più pura: il fuoco.



Continuo a scaraventare il suo potere sulla porta. Il fuoco l’avvolse e iniziò a corrodere ogni sua parte. L’incantesimo sulla porta finalmente si spezzò ma il fuoco non smise di corroderla. Non si accontentò di averla sconfitta. Per lui nulla era abbastanza se non la distruzione completa. La porta si aprì con furore ancora fiammeggiante. Lilith capì che era abbastanza e si fermò. Riprese l’energia dentro di se e abbassò le mani.


Uscì dalla stanza senza pensarci due volte. Mentre passava accanto alla porta ancora ricoperta dalle fiamme rosse come il sangue sentì l’odore della libertà percorrerle il corpo.



Alche udì l’allarme squillare forte nelle sue orecchie. Non c’era tempo da perdere! Sentiva lo scontro sulla sua pelle prima ancora di percepire le sue “vittime”.
Portò le braccia in alto sul busto incrociate è disse con convinzione: Ignitus Arma !
All’improvviso delle fiamme comparirono dal pavimento e ben presto si scagliarono in alto avvolgendo Lilith. Il fuoco non le fece alcun danno se non bruciare la sua veste. Sorprendentemente uscì dalle fiamme con un armatura dorata. Era scintillante con una cintura marrone sulla vita. Su ambedue le braccia aveva dei bracciali di cuoio con decori in oro e di simile fattezza erano anche i polsini/guanti. Una collana apparve sul suo collo con un pendente a forma di croce. Le sue calzature di cuoio pesante le arrivavano fin sopra il ginocchio ma iniziavano con un bel tacco 12. Il tutto risplendeva armoniosamente nel fuoco più vivido. Uno spettacolo di scintillio e fiamme.
Il suo voltò cambiò radicalmente. Le sopracciglia si abbassarono come il suo sguardo feroce. Le labbra diventarono più carnose e i loro angoli rivolti verso il basso. Era pronta per combattere!



Lilith si stava ancora separando dalle fiamme quando la porta alla fine del corridoio si aprì. Da essa entrarono correndo due uomini: un soldato con l’armatura lucente e spada nella mano sinistra e un angelo disarmato in tunica.

Spalancò le braccia portandole leggermente indietro rispetto al busto. Le dita della sua mano erano distese e rigide come a creare un ventaglio. L’angelo in tunica rimase quasi pietrificato alla sua vista. Decise, saggiamente, di restare dietro al soldato che a sua volta era pronto all’attacco. Distanziò i piedi e si abbassò leggermente trasferendo forza agli avampiedi. Piegò le braccia e, tenendo la spada con due mani, la punto dritta verso Lilith. La lama affilata bramava il suo sangue e si sarebbe lasciata comandare completamente solo per assaporarne il sapore.



Il soldato non aspettò ad attaccare per primo. Corse con voracità tale che i suoi passi erano quelli di un gigante. Spostò tutto il peso sulla gamba e caricò la forza sulle braccia che avrebbero sferrato il colpo micidiale. La sua armatura diffuse un rombo nell'aria come un tuono nel cielo. Inclinò la spada e cercò di colpire l’avversario ma non fece in tempo a muoversi che Lilith abilmente controbatté le sue mosse e sferrò un calcio poderoso. I muscoli della sua gamba si tesero a tal punto da diventare come il marmo.


Il suo sguardo era fisso sulla vittima. I suoi occhi erano come ghiaccio e le sue labbra come sangue da cui spuntavano i denti. Solo un assassino poteva avere quell’espressione sanguinaria.



Non fece in tempo a cadere che Lilith si abbassò di colpo e lo colpì all’addome con un pugno sferrato con massima forza. L’angelo sentiva che la sua ora vicina. Cercò di prepararsi alla scontro mettendosi in posizione d’attacco…





Ma non riuscì a sferrare un colpo o meglio, provò a sferrare un pugno ma Lilith fu più veloce. Posando la mano sinistra sul suolo fece una capriola in modo tale da colpire con i piedi l’angelo indifeso.
Il soldato ormai era a terra immobile. Era forse morto?



L’angelo raggiunse il soldato. I loro corpi erano distesi per terra l’uno accanto all’altro. Lilith non si guardò indietro e inizio a correre verso la porta. Era la sua opportunità per fuggire!



Non sapeva cosa ci fosse dietro quella porta. Forse un esercito intero o forse la sua libertà. Ormai non poteva tirarsi indietro. Era vicinissima alla porta. Ancora un passo e avrebbe toccato la maniglia. Finalmente la raggiunse e con ferocia la aprì.


Nello stesso istante in cui si aprì, una luce chiarissima come quella del sole ricoprì ogni cosa. Lilith cercò di ripararsi gli occhi. Fu come vedere l’esplosione di una stella. Una luce così intensa da non poter essere vista.



Tutto d’un tratto la luce sparì ed ella si ritrovò in una specie di corridoio. Il pavimento e le pareti erano gli stessi della stanza di prima ma la dimensione del corridoio era maggiore forse tre volte tanto. Nonostante sul soffitto c’erano solo delle piccole lucine il pavimento risplendeva. Lilith non si fece trasportare dalla confusione e proseguì.

Andò d’istinto. Continuò lungo il corridoio. Intorno a lei vi erano numerose porte metalliche tutte uguali e nonostante ci fosse il vetro dietro ad esse non si poteva scorger nulla.





Corse veloce quanto il suo corpo le permetteva. Imboccò la curva inclinando il suo corpo nella stessa direzione. Nonostante il suo tacco non ebbe alcun tipo di problema eppure molte al suo posto si sarebbero già rotte una caviglia come minimo.



Il corridoio sembrava con finire. Era pieno di curve ed angoli. Le porte comparivano su ogni parete ma era rischioso entrarci. Non potendo vedere cosa vi fosse dietro ci si poteva aspettare solo cose negative.



Un’altra curva. Sta volta era a forma di U. Non aveva scelta. Doveva proseguire.



Per un attimo ebbe la tentazione di aprire la porta davanti a lei. Fu il rumore della sirena che ricominciò a suonare che le fece cambiare idea.



Girò la curva. Ormai il corridoio sembrava giungere alla fine.



Ma poi girò l’angolo e vide che non c’era altro che porte tutte uguali all’eccezione di una. Dietro la porta frontale si poté scorgere una. Dove portava? Cos’era quella luce?



Lilith corse più velocemente. Arrivatagli davanti riuscì a vedere che la luce non era altro che un secondo corridoio. Meglio dell’ignoto delle altre porte.



Spalancò la porta e corse dentro l’ennesimo corridoio. Sembravano non finire mai. Erano tutti uguali ed era facile perdersi dentro. Sarà stata forse una tattica ben studiata contro l’evasione?

Ora doveva decidere che strada prendere. Entrare dentro la porta con dentro la luce o svoltare a sinistra. La sirena continuava a suonare. L’allarme non faceva che aumentare la sua adrenalina.



Corse velocemente fino alla metà del corridoio con l’intenzione di aprire la porta in fondo quando sentì dei rumori provenire da lì Sentì il passo pesante di uomini in armatura. Capì che si trattava di un esercito.



All’improvviso cambiò direzione e svoltò a sinistra con furore. Fu una spiacevole sorpresa scoprire che il corridoio finiva, anche lì, con una porta. Non ebbe scelta se non aprirla.



Quando la porta si aprì, Lilith fu avvolta in un bagno di luce fortissima e pura. Candida come la neve invernale e potente come i raggi del sole.



Si ritrovò in una stanza del tutto diversa. La porta dietro di lei era di legno scuro con decorazioni e simboli in metallo. Le pareti della stanza erano molto dettagliate quasi come in una stanza regale. I colori che prevalevano erano il bianco l’azzurro e il legno. Ai muri erano appesi candelabri di oro bianco e ovunque si potesse scorrere lo sguardo c’erano fiori su fiori in vasi di marmo. Lilith rimase in posizione di difesa giusto il tempo di capire dov’era e soprattutto dove andare.

FINE PARTE 1 CAPITOLO 07- She has escaped - INDICE - INIZIO PARTE 2 CAPITOLO 07- She has escaped

Spero vi sia piaciuto questo mini aggiornamento. Ho deciso di dividere il capitolo in 2 parti poiché tra poco parte e non avrò la connessione internet per qualche giorno. Preferivo postarvi almeno questa metà e giurò che il prima possibile posterò la seconda parte.
L'ho fatto perchè sono indietro rispetto a quello che erano i piani e sto cercando di accelerale un po'.

Per la scrittura, bhè, spero solo che sia migliorata. Ho fatto i salti mortali per scrivere bene questo capitolo. Lasciate un commentino di gradimento ^^

INIZIO PARTE 2 CAPITOLO 07- She has escaped



Vide che davanti a lei c’erano delle scale salenti al piano superiore. Era difficile dire se quello lassù fosse il piano terra o qualcos’altro. Non vi erano tracce di finestre né nella sala né al piano di sopra.
Lilith decise che era meglio tentare la sorte ancora una volta e decise di optare per le scale che forse l’avrebbero condotta all’uscita. Iniziò a correre di nuovo. Anche se le scale erano vicine non c’era tempo da perdere e ogni secondo che passava era cruciale.



L’espressione del suo volto cominciò a cambiare. La determinazione prese il sopravvento e la rabbia di essere rinchiusa non faceva altro che rafforzarla. I suoi occhi leggermente socchiusi e le sue sopracciglia rivolte in basso erano un chiaro segnale.



Giunse ai piedi delle scale. Erano di un marmo bianco finissimo decorate con oro ove solo esso si poteva mettere. I corrimano erano anch’essi di marmo bianco. Saltò un gradino e poggiò il piede sul secondo. Aveva troppa fretta per percorrere le scale normalmente.



Con pochi passi raggiunse la fine delle prime scale. Ora non le rimanevano che gli ultimi 5 gradini per essere al piano superiore. Già da lì poté vedere che accanto a lei s’innalzavano altre scale imponenti verso un altro piano del palazzo. Sarebbe stato rischioso salire ancora di un piano. Rischiava di perdersi tra le camere del palazzo e non trovare mai una via di fuga. La miglior scelta era proseguire in avanti.



Nel frattempo in un’altra sala del palazzo…
I tre uomini stavano discutendo. Mi correggo, uno accusava, uno ignorava e l’altro subiva. Esattamente in questo ordine. L’Imperatore, come sempre del resto, pretendeva troppo e il Re di certo non poteva dargliela vinta. La discussione era talmente accesa che se ci si metteva una lampadina in mezzo sarebbe esplosa per sovraccarico di potenza. Il demone non poteva fare altro che guardare con le braccia incrociate e aspettare che i due avessero finito di discutere. Testardi com’erano era controproducente interromperli o calmarli.



Balthazor: Ma guarda te che devo udire. Ma come ti permetti! Io...io non so. Con che coraggio, con che coraggio ! – blaterava alzando le mani in aria
Anael: Stai drammatizzando troppo…
Balthazor: Io starei drammatizzando? IO ?
Crowley fece un silenzioso respiro. Non poteva fare altro se non aspettare che l’Imperatore la smettesse di…drammatizzare.