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  1. #11
    sim onniscente L'avatar di Vavi(:96
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    Re: CAPITOLO I-IL CASTELLO DELLE SFERE DI LUCE



    Si lanciò lungo il corridoio buio e aprì la prima porta che trovò. La richiuse alle sue spalle , con il fiato corto. Si guardò attorno e alla luce della candela osservò la stanza in cui sitrovava.

    Era tutta dipinta di nero .La camera era piena di ragnatele che parevano vecchie di secoli. Al centro distinse un enorme letto a baldacchino, tutto foderato di cortine e drappi neri sforacchiati dalle tarme.
    Notò che sul muro sopra la testata del letto era appeso un ritratto dello stesso uomo che lo osservava sulle scale, solo che qui aveva un’aria satanica e crudele: gli
    occhi neri brillanti come bottoni parevano braci ardenti d’odio. Era abbastanza alto, vestito con una lunga tunica grigia con maniche larghe che nascondevano solo in parte le sue mani dotate di unghie nere lunghissime. I capelli erano scuri estremamente lunghi e raccolti in una coda tenuta insieme da un fiocco rosso da cui sfuggivano solo due ciuffi sottili che gli ricadevano davanti al volto erano premuti da un bizzarro cappello e tra le mani lunghe e ossute stringeva un libro intitolato “De Clavibus Inferi”.

    Alla sinistra del letto si trovava un grande armadio, di fronte al quale invece c’era una bacinella di porcellana bianca che, malgrado la polvere e lo sporco, brillava per la sua purezza in quell’ambiente tetro. Passandovi la mano sopra, come per trarre conforto da quell’oggetto che gli pareva quasi irreale, Tomas portò via uno strato di polvere rivelando le iniziali che vi erano incise sopra: J.F.W.
    Si capiva che la stanza era appartenuta al vero padrone del castello. Sul cassettone tutto roso dai tarli erano appoggiati una piccola riproduzione d’argento del palazzo e un busto di marmo di un uomo dall’aria severa: lo stesso dei ritratti precedenti!



    Sul grande camino di marmo di fronte al letto erano esposte lettere scritte dal Principe Wolfasangel dagli uomini più importanti dell’epoca: Granduchi, Re,Conti, Cardinali…
    Tomas si accorse che la stanza era collegata a un laboratorio pieno di libri di magia.



    In quel momento sentì un ululato provenire dalla parte più oscura della stanza, si precipitò fuori dalla porta terrorizzato e corse lungo il corridoio buio reggendo in alto il candelabro ,che gettava cupi bagliori attorno a lui.

    Percorse tutto il corridoio con il terrore che un lupo fatto d’ombra e di cenere gli balzasse addosso dagli angoli che la luce fioca della candela non riusciva a illuminare e ,con il cuore in gola, si infilò in una camera da letto con la tappezzeria a roselline gialle.
    Era grande almeno il doppio dell’altra.
    Appoggiò il candeliere sul cassettone e notò che una parete della stanza era interamente occupata da un gigantesco specchio.

    Il letto a baldacchino era enorme con le cortine a roselline gialle. Era bellissimo, peccato che le cortine fossero tutte strappate…




    Nell’aria aleggiava un vago profumo dirosa.

    Sopra il camino, un imponente ritratto in cornice dorata raffigurava una donna.
    Era bellissima, con i capelli neri come l’ebano raccolti in una crocchia , la pelle candida e due occhi scuri come carboni, brillanti e pieni di tristezza. Era fasciata in un abito di raso nero che faceva risaltare la sua bellezza e con la mano, sfiorava, con un gesto di infinita grazia il medaglione d’oro che portava al collo. Tomas non aveva mai visto uno sguardo così triste e gli sembrò di sprofondare in un pozzo di malinconia.
    Il bambino notò che era stata ritratta proprio in quella stanza.


    In quel momento gli parve di sentire una voce di donna provenire dalle sue spalle, stava cantando una litania lentissima e tristissima.
    "Disperandosi dentro la notte oscura
    brillan due occhi di cupa paura;
    seguiti tosto da manti lucenti
    da zanne chiare e da occhi furenti;

    la preda è morsa, atterrata e braccata
    rantola persa, ferita e sfiancata.
    Così si chiude il cerchio di vita,
    con la caccia del branco ora finita.

    Luna osserva il pasto violento
    Fiume riflette i raggi d’argento;
    una giovane lupa poco lontano
    s’accuccia sopra il giaciglio spartano;

    contrae il ventre e dal dolore ringhia
    colpita e serrata da spasmi a cinghia;
    e dalla fine la mamma provata
    tenera ammira la figlia neonata

    e così il branco attorno al quadretto
    cantando orgoglioso il bel cuccioletto.
    Il chiaro monile brilla nel cielo
    e riflettendo sull’ umido pelo

    disegna molte livree argentate
    sul manto di lei variamente orientate.
    Mentre la madre il pelo risciacqua
    viene chiamata Riflessi-Della-Luna-sull’Acqua.

    I Lupi danzano, uniti risuonano,
    presto canti lontani s’aggiungono,
    altri animali assistono ossequiosi ma cupi
    Al battesimo della principessa dei Lupi."

    Tomas si girò solo quando la voce smise di cantare e nella penombra intravide una donna velata e completamente vestita di nero che lo osservava da dietro lo specchio. Si avvicinò con cautela, spaventato da quell’apparizione spettrale. La donna allora alzò il velo rivelando il vero volto scheletrico della morte e uscì dalla sua prigione di cristallo avvicinandosi lentamente verso di lui.




    A quella vista fuggì terrorizzato verso la scala che portava alla torre più alta.
    Salì velocemente le scale, aprì una porta e si ritrovò in una sala dalle pareti rosse. Il pavimento era di legno, ma era stato verniciato di un lugubre color sangue. Rosse erano anche le tende di velluto alle finestre , rossa la coperta di broccato antico del letto a baldacchino.
    Tomas si buttò sul letto sfinito. Era così stanco che chiuse subito gli occhi per dormire.



    Ma dopo pochi minuti udì uno strano ululato, aprì gli occhi e vide delle ombre danzare sul soffitto avolta…

    Erano ombre di lupi!
    Improvvisamente ne vide una più grande delle altre avvicinarsi al letto.

    Gli ululati continuarono..
    L’ombra scese dal soffitto e vide una figura avvolta in un mantello di seta scarlatta.
    Era alto e magro, dal viso affilato,gli occhi scuri avevano un bagliore malinconico e i baffi neri pendevano all’ingiù come se non ridesse da secoli. Aveva i capelli corvini tranne sulle tempie dove erano bianchissimi e un pallore cadaverico e malato.

    Lo spirito di Joseph Franz Wolfsangel Terzo era già tornato a casa.

    Improvvisamente, l'uomo fu avvolto da una luce gialla e il pallido plenilunio rivelò il suo vero aspetto...



    Si avvicinò minacciosamente verso di lui tendendo le mani che parevano artigli e sussurrando un nome: Alexander.
    Ma Tomas era già scappato giù per la scalinata e fuggito dalla porta principale.


    FINE
    Ultima modifica di Vavi(:96; 31st January 2013 alle 20:28

    So seid willkommen und
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  2. #12
    sim dio L'avatar di saphira_84
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    Re: CAPITOLO I-IL CASTELLO DELLE SFERE DI LUCE

    Ciao Vavi, devo dire che questo capitolo è davvero spaventoso...
    Tomas è stato davvero coraggioso, io non sarei mai entrata
    e poi è riuscito perfino ad addormentarsi??'
    Le Poesie sono davvero belle... Sono curiosa di sapere come prosegue...
    ti do un piccolissimo consiglio...cambia carattere o ingrandiscilo perchè è troppo piccolo ho fatto davvero molta fatica a leggere

  3. #13
    sim dio L'avatar di DELTAG
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    Re: CAPITOLO I-IL CASTELLO DELLE SFERE DI LUCE

    capitolo bello e inquietante al punto giusto! Paura!!!!!! Coraggioso il ragazzino, altro che addormentarmi, io sarei svenuta e chissà quando mi sarei svegliata! Complimenti, concordo cmq con Saphira per quel che riguarda il carattere, se ingrandisci è meglio almeno è più immediata la lettura.

  4. #14
    sim onniscente L'avatar di Vavi(:96
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    Re: Lacrime di Tenebra-CAPITOLO I-

    Citazione Originariamente Scritto da saphira_84 Visualizza Messaggio
    Ciao Vavi, devo dire che questo capitolo è davvero spaventoso...
    Tomas è stato davvero coraggioso, io non sarei mai entrata
    e poi è riuscito perfino ad addormentarsi??'
    Le Poesie sono davvero belle... Sono curiosa di sapere come prosegue...
    ti do un piccolissimo consiglio...cambia carattere o ingrandiscilo perchè è troppo piccolo ho fatto davvero molta fatica a leggere
    Ehi, ciau! Sono contenta che ti sia piaciuto!! Sì, Tomas è un tipetto veramente coraggioso (dote di famiglia ù.ù), ed è stato anche fortunato ad uscirne vivo... basta!! Il resto nel prossimo capitolo!! (*l'utente si tappa la bocca*)
    Ho seguito il tuo consiglio e ingrandito il carattere: così va meglio?
    Comunque grazie di essere passata!!

    Citazione Originariamente Scritto da DELTAG Visualizza Messaggio
    capitolo bello e inquietante al punto giusto! Paura!!!!!! Coraggioso il ragazzino, altro che addormentarmi, io sarei svenuta e chissà quando mi sarei svegliata! Complimenti, concordo cmq con Saphira per quel che riguarda il carattere, se ingrandisci è meglio almeno è più immediata la lettura.
    Ciau, Deltag!! Sono contenta che ti piaccia!!
    Citazione Originariamente Scritto da DELTAG Visualizza Messaggio
    altro che addormentarmi, io sarei svenuta e chissà quando mi sarei svegliata!
    Sì, ma tu non avresti rischiato la vita...

    Grazie di essere passata, sono contenta di avere una nuova lettrice!!

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  5. #15
    sim dio L'avatar di saphira_84
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    Re: Lacrime di Tenebra-CAPITOLO I-

    si si quel carattere va decisamente meglio

  6. #16
    sim onniscente L'avatar di Vavi(:96
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    Re: CAPITOLO II- MORTE...-

    CAPITOLO II-MORTE...-
    Chiuso nel suo studio Joseph Franz Wolfsangel III, giaceva abbandonato su una monumentale poltrona di pelle rossa con un foglio tutto spiegazzato tra le mani. Aveva gli occhi fuori dalle orbite e i suoi capelli scuri e impomatati mandavano lampi rossastri, forse per via del fuoco che ardeva nel grande camino di marmo nero. Il naso ancora più affilato, la pelle più bianca, praticamente fosforescente, le occhiaie più viola e più profonde del solito.
    “Che cosa faccio adesso? Con che coraggio posso dare una notizia del genere al Gran Consiglio?” diceva ad alta voce. “E di me?Che ne sarà di me? Dovrò lasciare il castello e tornare a vivere in esilio in qualche retrogrado paese del Sud America , assolato e pieno di spiagge. Sono tedesco, se vado al sole rischio di diventare rosso come un gambero bollito. E poi io detesto la sabbia!”



    Chiuse gli occhi per un attimo e cercò di calmarsi.
    In fin dei conti Alexander era morto, pensò, l’aveva ucciso lui stesso. E i morti non resuscitano!
    Quando li riaprì, il suo sguardo si posò sulla grande libreria della parete di fronte colma di volumi antichi.
    Giunti al margine sinistro della libreria i suoi occhi cerchiati continuarono meccanicamente a scorrere lungo la parete, finché non incrociarono lo sguardo magnetico del Colonnello, suo padre, il cui grande ritratto era appeso giusto sopra il camino.
    L’uomo trapassato da parte a parte da quelle pupille di fuoco, fu schiacciato contro lo schienale della poltrona.
    Provò a guardare da un’altra parte, ma non ci riuscì.
    A un tratto gli parve che la bocca del Colonnello si schiudesse in un ghigno assassino,scoprendo una fila di denti aguzzi e affilati ,più simili a quelli di un lupo che a quelli di un essere umano.
    Gli mancò il fiato ,come se un artiglio di ferro gli serrasse il collo.
    Si slacciò tremando il colletto inamidato della camicia, ma le cose non migliorarono di molto, il suo respiro si fece più affannoso mentre lo sguardo del Principe diventava sempre più cattivo.



    "Stai fuggendo dal passato, Joseph..."
    "No,non è vero!! "
    "Il passato non si perde mai… ritorna sempre, prima o poi, dovresti saperlo..."
    "Padre, le assicuro che io…"
    “Noi dobbiamo sopravvivere, Pepi,la stirpe del Lupo deve sopravvivere”
    “Sono assolutamente d’accordo con lei..”
    “Oppure..”
    “Oppure ,Signore?”
    “Oppure … toc-toc”
    “Toc-toc? Non capisco!”
    Toc-toc-toc …
    Pepi sbarrò gli occhi. Non era la voce del padre quella! Era qualcuno che bussava alla porta, con insistenza …
    Ma chi poteva essere a quell’ora??
    “Avanti!”, rispose con voce incerta riallacciandosi frettolosamente il colletto. La porta si spalancò con violenza, facendo spegnere tutte le luci della stanza. Ma Pepi riusciva lo stesso a percepire la presenza di qualcuno.
    Un uomo, a giudicare dall’odore.
    “Chi è lei? E che cosa vuole da me?”
    L’uomo ignorò la sua domanda. “Alla buon’ora, è da mezz’ora che sto bussando! Stava schiacciando un pisolino?”
    “Non sono affari suoi! E poi non ha ancora risposto alla mia domanda!”, fece notare Pepi con un tono di voce duro,come l’acciaio temprato dei suoi occhi.
    Lo sconosciuto continuava a spostarsi per la stanza e ora ne sentiva il respiro alla propria destra.
    L’unica cosa che lo insospettiva era il battito cardiaco, troppo accelerato per un comune mortale e in netto contrasto con la respirazione, perfettamente regolare.
    L’uomo gli portò le labbra accanto all’orecchio ,mentre gli sussurrava il suo segreto...

    La morte è solo la fine del principio della vita. L’inizio di una nuova rinascita”
    La stessa frase scritta sul foglio che stringeva fra le mani…
    La stessa minacciosa promessa che gli aveva fatto Alexander in punto di morte…
    In quel momento l’uomo accese un accendino, deciso a mostrargli il volto del suo assassino.
    Alla luce tremolante della fiamma a Pepi sembrò di vedere un fantasma…



    “Ma tu sei…”, mormorò esterrefatto.
    “Si, Erich Olvar,il figlio del suo vecchio amico Hans!”
    “Mi dispiace per tuo padre, ma…”, il tono di voce di Pepi si era addolcito ed evidenziava la sua infinita tristezza.
    “Non so che farmene delle sue scuse,lei ha tradito suo fratello e ha consegnato mio padre al boia!!”, ruggì Erich.
    “Ho dovuto farlo! Era necessario!”, urlò il vecchio.
    Olvar scoppiò a ridere.




    “Cosa vuoi dopo tutti questi anni?”, gli chiese Pepi, reso calmo dalla certezza della morte imminente.
    “La vendetta, naturalmente!”.
    Ma poi, vedendo l’espressione glaciale del suo interlocutore aggiunse,”E servire il mio padrone, Algernon Mabus!”




    FINE



    Ultima modifica di Vavi(:96; 24th June 2013 alle 23:00

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  7. #17
    sim onniscente L'avatar di Vavi(:96
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    Re: CAPITOLO III- RINASCITA...-

    CAPITOLO III-RINASCITA-
    Alcuni giorni prima, in un altro luogo...

    La notte procedeva tranquilla, mentre un vento leggero accarezzava il cielo scuro facendo tremolare le foglie degli alberi e allontanando le nubi. Un gatto sedeva silenzioso sul ramo di una quercia, osservando dall’alto il bosco e il villaggio illuminati dalla luna piena.
    "Ah…i morti non sono più come quelli di una volta!"
    esclamò il guardiano del cimitero, Kurt Huber
    sputando l'osso appena spolpato sulla terra fresca della tomba appena scavata.



    Diede una sistemata ai fiori e poi si avviò verso la camera mortuaria:
    "Saranno lo stress,la vita moderna,i problemi.... ma che carne dura e nervosa hanno.....
    Uno di questi giorni dovrò accettare quel posto di guardiano a Militz... magari lì...."



    Quello era il suo unico vizio. Non beveva, non fumava, ma non poteva resistere al dolce sapore del sangue fresco.
    Non poteva resistere al soave richiamo della sete, alla caccia, all’eccitazione dell'inseguimento e alla soddisfazione di piombare sulla preda e di nutrirsi del suo sangue ancora caldo…
    Ma era troppo vecchio e stanco per tutto questo…
    Ormai si accontentava di divorare i cadaveri in quello sputo di cimitero per respiranti in cui sbarcava il lunario come custode notturno!
    Era caduto in basso, dicevano i suoi amici di Wolfburg,non era più neanche l’ombra di quello di una volta.



    Nessuno avrebbe mai creduto che quel vecchio ossuto e scorbutico una volta fosse il miglior agente di un Consiglio Segreto che da secoli dominava il mondo da dietro le quinte.
    Ma era la pura verità…
    Lui non era un semplice custode ma un guardiano, che da più di cinquant’anni vegliava per impedire al figlio del Lupo di risorgere.
    Kurt si sentiva onorato, ma questo non poteva certo placare la sua nostalgia.
    Ricordava ancora le parole di Wolfsangel:
    “Io ho bisogno di lei, Kurt! Perché lei è il migliore in circolazione!”
    In quel periodo l’anziano custode era stato “congedato” dagli Agentes per le“divergenze d’opinione sorte con la dirigenza”, quindi aveva cercato di spiegarlo al Principe, che era scoppiato aridere.
    “Non è affar mio quello che fa nel suo tempo libero, Huber! Ma , se accetterà di lavorare per me, cancellerò quell’increscioso episodio dei cadaveri dal suo curriculum…
    Allora amico mio,accetta?”
    E come poteva rifiutare? Wolfsangel era, anzi è, il presidente del Gran Consiglio…
    Scoppiò a ridere ricordando che proprio un paio di giorni prima aveva letto l’ennesimo articolo sulla “teoria del complotto”.
    Parlava dei soliti Templari, del Priorato, degli Illuminati,della Massoneria e chi più ne ha più ne metta…
    Con grande enfasi su riti misteriosi, simboli segreti, personaggi incappucciati e sedi nascoste nelle viscere dei monti, doveva ammettere che l’insieme era molto variopinto…
    Ma tutti dimenticano che il vero colore del potere economico e politico è il grigio. Un colore anonimo, che non dà nell’occhio, che si mescola e si accoppia senza stridere con qualunque altro colore…
    Il colore di certi uffici del centro che non hanno neppure una targa sulla porta del palazzo, che non hanno archivi di alcun genere, in cui nulla viene scritto o registrato, ma solo comunicato verbalmente…
    Popolati da personaggi che non indossano cappucci né grembiuli, e non recitano complicate“parole di passo”…
    E che tuttavia gestiscono da dietro le quinte una tal quantità di potere che neppure il più fantasioso degli scrittori è in grado di immaginare.
    Ecco perché nessuno sospettava della loro esistenza, a parte i cacciatori, naturalmente…
    Ma Wolfburg era una roccaforte, tutto era organizzato in modo da tener lontani i curiosi…
    Il suo popolo aveva secoli di esperienza in questo…
    I Romani passati di lì avevano dovuto andarsene con la coda fra le gambe perché li avevano sempre ricacciati a sud,grazie al potere ereditato dai loro antenati venuti dalla Terra di Ghiaccio e di Fuoco, l’Islanda.
    I cacciatori o Inquisitori, come si facevano chiamare all’epoca, erano ossi più duri, ma li avevano eliminati tutti uno per uno, senza pietà…
    Quello in cui si trovava era un paese vicinissimo a Tyrsis e gli abitanti , un pugno di schifosissimi respiranti, avevano subito capito chi erano in realtà, sapeva che ogni volta che usciva dal suo regno, per tenerlo lontano dalle loro case mettevano sulla soglia zolfo, o aconito,oppure disegnavano col gesso un pentagramma attorno alle loro case e appendevano del biancospino alle finestre.
    La sua presenza lì per loro non significava niente di buono.
    Che razza di zotici ignoranti, non avevano ancora capito che lui era lì per proteggerli?
    Dei, quanto avrebbe voluto sgozzarli tutti quanti, compresi i bambini,che gli tiravano sassi mentre passava per poi correre dalla mamma quando si girava!
    Marmocchi viziati, che quando combattono si scagliano l’uno contro l’altro come cuccioli di coniglio che lottano per scherzo. I suoi nipoti invece lottano sul serio, con le unghie pronte a cavare gli occhi all’avversario, a lacerargli la carne con l’odio dipinto sul volto, come lupi pronti a uccidere.
    Kurt sorrise al ricordo del suo paese natale:Wolfburg,meravigliosa,magica,crudele e indimenticabile….
    Le misteriose montagne bianche, il fiume scrosciante d’estate e ghiacciato d’inverno, il bosco di St. Karl ricoperto di neve e verde smeraldo….
    Tutto il suo mondo gli passò davanti agli occhi, Kurt amava la sua terra, si sentiva parte di essa, del vento,della pioggia e degli astri, di tutto quello che lo circondava. Quel luogo era la sua casa, l’unico in cui potesse vivere…
    Ma ora si accontentava di guardarlo da lontano, sognando il giorno in cui il suo cadavere ne sarebbe veramente diventato parte integrante.
    In quel momento un scricchiolio interruppe i suoi pensieri. Un ramo spezzato da un passo che voleva essere silenzioso...






    Ultima modifica di Vavi(:96; 24th June 2013 alle 23:01

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  8. #18
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    Re: CAPITOLO III- RINASCITA...-

    “La cripta!! Non devono aprire la cripta!!”
    Attraversò velocemente il cimitero,passando tra file e file di lapide scurite dal tempo.
    In men che non si dica arrivò davanti alla pota del grande mausoleo di marmo.
    Tirò un sospiro di sollievo quando si accorse che la porta era ancora chiusa. E poi…

    Di nuovo un rumore, passi sulla ghiaia…alle sue spalle!
    Kurt si girò di scatto trovandosi davanti un giovane uomo alto e biondo, nonostante non riuscisse a vederlo bene lo riconobbe subito….
    “Signor Olvar è lei! Mi ha spaventato!!” esclamò il custode tranquillizzandosi.
    Erich Olvar veniva spesso a visitare la tomba del padre, seguace di quel disgraziato di Alexander Wolfsangel.
    Improvvisamente risuonò il rumore d'un tuono.
    Nella luce bianca del lampo Erich Olvar fece la sua apparizione.

    Kurt spalancò gli occhi. La persona, coperta da una tunica di lino rosso, aveva un sorriso strano sul volto.
    Le mani stringevano forte qualcosa che brillava in modo sinistro. E tremavano.




    Due pugnali... uno d'argento e uno di rame.
    L’anziano custode deglutì.
    “La morte è l'inizio di tutto. Il mondo diverrà una pietra e rotolerà”.
    Da dietro le lapidi, dove non avrebbe dovuto trovarsi nessuno, si udirono le voci di vari uomini e donne. L’uomo sorpreso si sforzò per vedere, ma il cimitero illuminato dai lampi adesso era nuovamente piombato nell'oscurità.
    Il tuono risuonò con fragore.
    Nella luce bianca del lampo il giardino e le lapidi tornarono visibili. Quel che si presentò alla vista del vecchio gli fece tremare le gambe ed emettere un urlo senza voce.
    Lì insieme a Olvar in rosso c'erano delle persone che gli stavano d'attorno.
    Erano tutte avvolte in panni bianchi, con le braccia protese, vagavano per il cimitero come fossero fantasmi.
    “Cosa… cosa sta succedendo??”, chiese terrorizzato Kurt.




    Il vento sferzava incessantemente, implacabile nella sua natura più violenta. L'ondeggiare dei robusti rami creava una danza macabrae irrequieta, nel buio della notte.
    Le pupille si dilatavano con innatanaturalezza, captando quel barlume di luce che la luna, avvolta dalle corpos enubi lascia trapelare in maniera flebile e preziosa.
    I passi lesti quanto silenti di Olvar, lasciavano immutati quei segni della natura che riecheggiavano nell'aria come una melodia perfetta, intonata dagli Dei stessi.Si stava avvicinando sempre più a Kurt.
    Polveri e fronde fluttuano dinanzi ai suoi occhi rendendo l'aria densa e pregna di vita, di linfa pura, di perfezione abnorme. La notte era perfetta nella sua essenza, nella sua calma, nella sua forza.
    Erich s’inginocchiò su una gamba,sfiorando lentamente l'antica costruzione. Un brivido percorse la schiena dell’anziano custode,anche lui ne percepiva l'immensa Forza, il Suo volere. Con un fremito inspirò a pieni polmoni volgendo con estrema devozione lo sguardo dal basso contemplandone la grandezza stessa. L'aspetto decadente e macabro,rese il mausoleo ai suoi occhi quanto di più familiare possa esservi a questo mondo, donando vigore al suo spirito e serenità al suo animo. Erich sfoderò i suoi pugnali piantandoli nei reni del custode, che cadde nel terriccio che oramai ricopriva il marmo di quel glorioso Tempio.




    “Perdonami Mio Signore,
    per il tempo sprecato prima di comprendere il tuo richiamo.
    Perdonami Mio Signore,
    per le debolezze e le fragilità mostrate da questo tuo Servo.
    Perdonami Mio Signore,
    per gli Infedeli rimasti impuniti in tutto questo tempo.

    Invoco la Tua Grandezza,
    affinchè mi doni forza per difendere il tuo Volere.
    Invoco la Tua Potenza,
    affinchè mi doni forza per sopprimere chi ti Contrasta.
    Invoco la Tua Astuzia,
    affinchè mi doni forza per diffondere le Sacre Tenebre.

    Possa la Morte giunger Lenta e Dolorosa a coloro i quali rinnegano i tuoi dettami.”


    Mormorò Olvar


    Lentamente i polsi si denudarono allungandosi fuori dalle maniche della tunica, e con decisione e freddezza vanno a scivolare lungo i due pugnali conficcati nel terreno.
    Sentiva il calore del sangue del custode scorrere lungo le mani, che rimanevano immobili per qualche istante suggellando la Sacralità del momento.
    Sentiva finalmente dentro di sé il richiamo del Suo Signore, Unico ed Indiscusso.

    “Le Ali si schiudono, per un volo nell'Abisso più profondo.
    Le Ali si schiudono macchiate del mio stesso Vermiglio,
    che ne sanciscono un eterno Patto.

    Le Ali si schiudono per un viaggio, dove la maschera seppur perfetta,
    lascerà sempre trapelare il Dolore di un animo segnato dalla Vita.
    La Maschera è indossata, l'Angelo Vermiglio è giunto.”

    L'uomo si allontanò lentamente dal cadavere del vecchio,
    solo poche parole sussurrate nell'oscurità e i suoi compagni compresero..
    Innanzi a loro un servo dell'Unico, che ora sfiorava piano il marmo gelido del mausoleo.



    Lentamente mormorò una richiesta..
    Uno di loro annuì lentamente, cercando il suo sguardo,
    leggendo in esso la fredda determinazione richiesta ad un Fedele.



    Silenziosi, ombre nella notte ormai giunta, si mossero fra le rovine...
    Un ghigno si disegnò sul suo volto mentre le due vittime sacrificali venivano sospinte verso di lui, come foglie in balia del vento.
    Due esseri superiori, figli di coloro che, dimenticatisi di quello che sono, si erano schierati contro l’unico che avrebbe potuto restituire al loro popolo ciò che gli è sempre spettato per diritto di nascita!
    Il più bel regalo per il suo Signore!
    Pochi movimenti ben calcolati e i due corpi caddero al suolo,
    nessun rumore, neanche il minimo gemito ad allarmare i respiranti.
    Sospinse i due corpi orrendamente mutilati contro il muro,

    freddo monito per ogni infedele.. ed infine silenziosi com'erano giunti sparirono...




    Raggiunsero senza difficoltà l'anfratto fra le rocce,l’ingresso segreto per la cripta sotterranea all’interno del mausoleo,
    emergendo dal cupo terreno si ritrovarono in quella sala diroccata,
    così familiare eppur così poco sicura..

    Al centro il sarcofago…

    Erich prese la lama cremisi e senza esitare incise i propri palmi,
    per poi far lo stesso con gli uomini attorno a lui.
    Una preghiera si levò dalle sue labbra,
    mentre una nuova sensazione s'allargava nel suo animo.

    "Dio dell'Inganno e della Vendetta,
    Signore del Sangue.
    Guida le nostre lame affinchè
    giungano al compimento del Tuo Volere.
    Qui ti offriamo le sofferenze delle Nostre vittime,
    i Loro Spiriti ed il Nostro Sangue."



    S'inginocchiarono lasciando scorrere le lacrime vermiglie,
    mescolando il proprio sangue, per poi offrire anche quello degli Infedeli trucidati.
    Erich soffermò lo sguardo sui tratti maschili scolpiti nella pietra,
    imprimendoli nella propria mente,
    apprezzando quel cupo baluginio nei suoi occhi..
    Ciò che ne seguì, Erich non seppe descriverlo: la terra sotto di lui tremò e il sarcofago fu avvolto da rosse lingue di fiamme. Circondati da lembi di fuoco e fumo, gli uomini, rimasti immobili tra un misto di terrore e stupore,scorsero i contorni sfumati di una mano che sollevava senza difficoltà il pesante coperchio del sarcofago.
    Come la fenice anche l’uomo sepolto in quel luogo stava rinascendo dalle sue ceneri.
    Erich era euforico.

    “In ginocchi, piccoli, patetici umani!
    Prostratevi di fronte a colui che è rinato!
    Oggi è tornato in vita colui che un temposolcava i cieli fiero e
    indomito e davanti al quale Dei e uomini fuggivano con il cuore pieno di terrore!
    Il vostro è un onore unico al mondo, quello di aver assistito alla sua rinascita!
    Inginocchiatevi tutti di fronte al nuovo Signore dei Lupi!”


    Calvo con due tatuaggi a spirale alle tempie, volto grigio, occhi da lupo color dell’oro , ghigno da predatore.
    Algernon Mabus era risorto!




    Un legame si era inaspettatamente creato in quella notte sacra,
    il giungere del giorno ad lui dedicato l'aveva propiziato..

    ...L'Aspide e il Lupo s'erano infine incontrati...
    FINE







    Ultima modifica di Vavi(:96; 10th February 2013 alle 22:21

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  9. #19
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    Re: CAPITOLO III- RINASCITA...-

    Ho letto i capitoli che hai pubblicato finora e devo dire che la storia mi affascina ed è anche scritta bene, l'unico neo (piccolo, eh!) è che mi sembra un tantino complicata da seguire. Ho capito che è un fantasy (brava Polly che spirito d'osservazione!) e che ci sono di mezzo creature spaventose che vogliono destabilizzare l'ordine delle cose così come sono adesso. In alcuni passaggi ammetto di essermi persa, però mi hanno davvero preso le descrizioni. Sei stata bravissima a raccontare della paura e dell'angoscia provate dal piccolo Harry Potter ... ehm ... Tomas, giusto? Quando scappava ero lì a tifare per lui! Le poesie, poi, sono straordinarie, paurose e tetre al punto giusto: le hai scritte tu?
    Un'ultima cosa e poi mi dileguo: le foto sono poche! So che non è facile rendere con le immagini lo scritto, soprattutto quando è così articolato come il tuo, però il bello di questi diari è proprio rendere visibile agli altri ciò che noi abbiamo solo immaginato.
    Detto ciò, cavoli, adesso voglio proprio sapere come continua:il tipo che è tornato alla vita è davvero inquietante!


  10. #20
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    Re: CAPITOLO III- RINASCITA...-

    Citazione Originariamente Scritto da polliciotta Visualizza Messaggio
    Ho letto i capitoli che hai pubblicato finora e devo dire che la storia mi affascina ed è anche scritta bene, l'unico neo (piccolo, eh!) è che mi sembra un tantino complicata da seguire. Ho capito che è un fantasy (brava Polly che spirito d'osservazione!) e che ci sono di mezzo creature spaventose che vogliono destabilizzare l'ordine delle cose così come sono adesso. In alcuni passaggi ammetto di essermi persa, però mi hanno davvero preso le descrizioni. Sei stata bravissima a raccontare della paura e dell'angoscia provate dal piccolo Harry Potter ... ehm ... Tomas, giusto? Quando scappava ero lì a tifare per lui! Le poesie, poi, sono straordinarie, paurose e tetre al punto giusto: le hai scritte tu?
    Un'ultima cosa e poi mi dileguo: le foto sono poche! So che non è facile rendere con le immagini lo scritto, soprattutto quando è così articolato come il tuo, però il bello di questi diari è proprio rendere visibile agli altri ciò che noi abbiamo solo immaginato.
    Detto ciò, cavoli, adesso voglio proprio sapere come continua:il tipo che è tornato alla vita è davvero inquietante!
    Lo so che sembra complicato, ma capirai tutto nei prossimi capitoli perchè il passato e il presente sono collegati(anche se non sembra...)!
    Le foto sono poche, lo so... ma a causa della scuola e di impegni vari riesco ad aggiornare solo sabato e domenica, però prometto che nei prossimi capitoli ce ne saranno di più!!
    Eh, sì Algernon(e i suoi vari alias) è moolto inquietante(infatti è quella l'intenzione), ma non è colpa sua povero: ha avuto una vita dura!!!
    Comunque è tuutta farina del mio sacco: pensa che li sogno anche la notte.
    Grazie di essere passata!!

    So seid willkommen und
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