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Risultati da 101 a 110 di 126
  1. #101
    sim dio L'avatar di Adanay
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    Re: [LoD] Red Passion [Cap 2.3 Pazzia 22/07/13*]

    ahahahah si, lo schermo del cellulare è un pò piccolo e a volte trae in inganno
    felice che diego non sia più nella lista nera (e avresti fatto bene a mettercelo se avesse tirato lo schiaffo )
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  2. #102
    simmino
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    Re: [LoD] Red Passion [Cap 2.3 Pazzia 22/07/13*]

    Complimenti é veramente bellisima questa legacy mi piace moltissimo e continuerò a leggerla spero che aggiorni presto

  3. #103
    sim dio L'avatar di Adanay
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    Re: [LoD] Red Passion [Cap 2.3 Pazzia 22/07/13*]

    grazie mille!! sono molto contenta che ti piaccia!
    Spero di aggiornare al più presto possibile.
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  4. #104
    sim dio L'avatar di Adanay
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    Re: [LoD] Red Passion [Cap 2.3 Pazzia 22/07/13*]

    Ok... causa malfunzionamento tecnico del pc (e relativo the sims) ho perso tutto. Ragion per cui devo interrompere Sayuri. La storia NON la chiudo, resta aperta e salterò direttamente a generation 4.
    Ovviamente vi farò un riassunto di com'è andata nella vicenda Sayuri/Diego -_^
    Chiedo scusa per questo incoveniente...ma ho perso tutto e sto ammattendo per risistemare tutto quanto. Al più presto spero di postare il nuovo capitolo col nuovo/a protagonista
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  5. #105
    sim dio L'avatar di albakiara
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    Re: [LoD] Red Passion [Cap 2.3 Pazzia 22/07/13*]


    almeno recuperi la lod... ti aspetto!

  6. #106
    sim dio L'avatar di Adanay
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    Re: [LoD] Red Passion [Cap 2.3 Pazzia 22/07/13*]

    Citazione Originariamente Scritto da albakiara Visualizza Messaggio

    almeno recuperi la lod... ti aspetto!
    almeno questa! Per fortuna qui è recuperabile... anche se ho perso i pg -_- ma risolvo andando alla prossima generazione, mi rompe perchè mi piacevano un sacco sayuri e diego ç_ç ma meglio che niente.
    Sto già ripreparando tutto e spero di postare al più presto
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  7. #107
    sim §§ L'avatar di lalla4321
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    Re: [LoD] Red Passion [Cap 2.3 Pazzia 22/07/13*]


    Cavoliiii, adoro Diego e Sayuri! Spero tanto che riesca pian piano a rimettere a posto il tutto!
    Chissà chi sarà e come sarà il prossimo erede
    Non vedo l'ora di leggerti in questa nuova generazione, sarà sicuramente bellissima!
    I resti di Euni [LoD]

    Carpitur adclivis per muta silentia trames, arduus, obscurus caligine densus opaca.
    [ Si inerpicarono per un arduo sentiero, denso di opaca caligine e circondato da un muto silenzio.]


  8. #108
    sim dio L'avatar di Adanay
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    Re: [LoD] Red Passion [Cap 2.3 Pazzia 22/07/13*]

    Citazione Originariamente Scritto da lalla4321 Visualizza Messaggio

    Cavoliiii, adoro Diego e Sayuri! Spero tanto che riesca pian piano a rimettere a posto il tutto!
    Chissà chi sarà e come sarà il prossimo erede
    Non vedo l'ora di leggerti in questa nuova generazione, sarà sicuramente bellissima!
    Eh anche a me piacevano un sacco ç__ç mi è dispiaciuto troppo perderli.
    Ad ogni modo aspetterai ancora per poco... finito tutto, sia lo scritto che le foto. Tra poco aggiorno
    Un bacione e grazie infinite del commento
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  9. #109
    sim dio L'avatar di Adanay
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    Re: [LoD] Red Passion [Cap. 3.1 South Dakota 18/09/13*] **NUOVO**

    Rieccomi!! Finalmente torno in questi lidi. Dopo ore e ore, giorni e giorni, a litigare con the sims. Riscaricare i CC e ripreparare scenari e personaggi finalmente riesco ad aggiornare.
    Diego e Sayuri ahimè li ho persi... gli unici che avevo erano Dom e Totta (li avevo esportati e non solo salvati)
    La cosa buona è che l'erede è nato davvero da loro (nel cas ai tempi ed ebbi la bella pensata di esportarlo)... quindi almeno è rimasto qualcosa di Sayuri e Diego.






    Red Passion 3.1

    In un paesello sito sulle colline di una soleggiata terra del South Dakota, un ragazzo dai capelli color del grano che contornavano un volto d’angelo e due gemme di un azzurro intenso, sonnecchiava placido col capo sul suo amico di una vita: Toby, all’ombra di un grande salice piangente. Il suo nome era Ejan.
    Ejan Pedrosa.
    Sembra quasi una fiaba iniziata così, peccato che lui non la ricordasse tale.
    Gli era sempre stato detto di essere tale e quale a suo padre Diego. Lui il suo volto lo ricordava appena perciò si fidava di ciò che gli veniva narrato e trovava conferma nelle poche foto rimaste di lui e di sua madre, Sayuri.





    I suoi genitori non li aveva quasi conosciuti e questa cosa era sempre stata la sua più grossa carenza.
    Erano morti quando lui aveva un paio d’anni. Troppo pochi per poter conservare ricordi.
    Ciò che sapeva gli era stato raccontato dai nonni materni (dato che i paterni non c’erano) e dagli zii.
    Non avevano mai parlato volentieri del fatto che entrambi si erano infilati in una pessima situazione con un certo Costello. Diego lavorava per lui e sua madre, da come aveva intuito, cercava vendetta restando sorda a qualsiasi forma di buonsenso che gli altri cercavano di infonderle. Era stato un caso che i due si fossero innamorati. E dopo mesi di sotterfugi erano fuggiti, avevano tentato una fuga verso la libertà e una vita normale. Erano stati fortunati per i primi 5 anni, durante i quali era venuto al mondo lui e il suo fratellino Cameron, ma poi Costello aveva scovato il loro nascondiglio e da lì sapeva che erano stati letteralmente giustiziati. Costretti in ginocchio di fronte all’assassino, Costello aveva ucciso prima sua madre per poter permettere a suo padre di vedere la donna che amava morire e poi lui.
    Da quella notte infame lui e Cameron erano stati allevati dai suoi nonni e quasi immediatamente avevano lasciato la Spagna ed erano migrati negli USA. Forse anch’essi volevano fuggire da quel dolore insopportabile.
    Ovviamente non avevano trovato alcun ristoro da quel dolore da cui è impossibile scappare.




    Quest’infausto evento aveva prevedibilmente inciso molto sulla sua crescita e aveva forgiato il suo carattere. Ma per fortuna i nonni Dominik e Carlotta erano riusciti a fare con lui un lavoro eccelso crescendolo con amore e infondendo in lui morale. Dominik si era dimostrato un nonno molto severo. Quand’era adolescente spesso era scappato dalla finestra perché nonno non dava il suo consenso a certe uscite serali. All’epoca non capiva che lo faceva solo perché si dava la colpa di esser stato troppo permissivo con sua figlia Sayuri che l’aveva portata alla rovina. Ma per un ragazzino di 15 anni tenuto in ostaggio dagli ormoni e dalla voglia di adrenalina non importava molto dei motivi, la cosa importante era riuscire nella fuga. Suo fratello per fortuna era sempre stato più calmo, a lui bastava un buon libro per star tranquillo e sereno e le ragazze le aveva sempre guardate il giusto. Non come lui che invece aveva spesso e volentieri ricercato compagnia femminile con anche discreto successo. Probabilmente aveva ereditato anche questo da suo padre.



    Adesso non aveva più bisogno di fuggire durante la notte (che poi quando veniva scoperto erano guai seri), adesso aveva 29 anni ed era indipendente. Un adulto.
    Aveva un lavoro e una casa.
    A ricordargli del lavoro c’era Arashi, il suo apaloosa dal manto nero e una chiazza bianca sul fondo schiena. Lo guardava brucare placidamente l’erba fresca che ancora profumava l’aria di primavera.





    Già perché il suo lavoro era allevare cavalli e, cosa che lo affascinava assai di più, il rodeo.
    Dava anche lezioni d’equitazione e in paese molti ragazzi volevano andare da lui a carpire i segreti di un grande campione di Rodeo.
    Peccato che ultimamente le cose non girassero proprio al meglio.
    Suo nonno avrebbe senz’altro detto che la colpa era la sua, che non riusciva a tenere la zip dei jeans chiusa. In effetti anche l’ultimo macello che era successo era colpa sua e dei suoi dannati calzoni calanti. Se non avesse cominciato una tresca con Shanna, colei che teneva la loro contabilità, non si sarebbe ritrovato ora al perso senza la famosa commercialista.
    In lontananza il rumore di passi veloci, aveva alzato un occhio e riconobbe subito la sagoma del suo fratellino.





    “Ejan! E’ arrivata la nuova affittuaria.” Aveva annunciato un assonnato Cameron che proprio non riusciva a trattenere lo sbadiglio.
    “Arrivo” si era alzato e spazzato via i fili d’erba rimasti attaccati ai jeans, era montato su Arashi e si era avviato all’entrata della tenuta.
    In lontananza sentiva la voce di sua nonna chiedere alla nuova affittuaria della dépendance, se gradiva del tè o del caffè. Nonna Totta era così, sempre ospitale e premurosa con tutti.
    Suo nonno invece era più taciturno e si limitava a restar lì da parte a fare da osservatore.





    Incuriosito di sapere chi avrebbe occupato la dépendance, osservò la figura femminile che parlava con sua nonna. Era vestita bene… forse fin troppo dato che si trovava in un ranch e quei tacchi che vedeva da lontano continuavano ad affondare nel terriccio umido.
    “Buongiorno” il suo saluto era deciso e cordiale. In quel momento la ragazza di era voltata verso il nuovo arrivato ed Ejan era sceso di sella porgendole la mano.
    “Lieto di conoscerla, sono Ejan Pedrosa”.
    La ragazza aveva accennato un sorriso e aveva stretto la sua mano “Gabby Ammond, molto lieta” era educata, i suoi modi fini e aggraziati. Aveva dei vistosi capelli rossi e due bellissimi occhi chiari che riuscivano comunque a venir fuori le lenti dei suoi occhiali firmati.





    “Lei è Mary, mia figlia… Mary, vieni a presentarti al signore” la ragazza aveva richiamato la bimba che stava ancora guardandosi in giro ammaliata aggrappata a quella staccionata. Era identica a Gabby. Come la donna l’aveva chiamata era volata accanto a lei e con modi eccessivamente affettati per una bimba che doveva avere intorno ai 6 anni, si era presentata anche lei “Mary Shulter, piacere signore”
    “Oh, il piacere è mio…” Ejan aveva sfoderato un sorriso smagliante e si era alzato la tesa del cappello in segno di saluto.
    “Anche io ne voglio uno!” la bambina si era subito illuminata indicando quel cappello da cowboy e agli adulti non rimase altro da fare che ridere.





    “Potete pranzare con noi… ormai è quasi mezzogiorno. Sarai stanca dopo il lungo viaggio che hai affrontato” Carlotta aveva di nuovo portato l’attenzione a cose più pratiche.
    “Non vorrei disturbare” era stata la risposta di Gabby, ma ancora non conosceva Totta. Infatti tempo cinque minuti e la donna aveva convinto la forestiera a fermarsi a mangiare. Con la scusa anche di conoscersi meglio.
    “Ejan potresti mostrar loro il ranch” aveva proposto Dominik e Carlotta li aveva subito dato man forte
    “E’ una splendida idea, il pranzo sarà pronto tra una mezz’ora.”
    “Più che volentieri…” Ejan aveva spostato lo sguardo su Gabby che aveva annuito sorridendo.
    “Vedrò altri cavalli?” la bambina alla sola idea si era illuminata e Ejan aveva annuito scarruffandole i capelli rossi.
    “Certo… è un ranch!”
    Appena dominik e Carlotta si furono ritirati in casa loro 3 avevano cominciato il giro.
    “Queste scarpe non sono proprio adatte…” glielo aveva fatto notare quando, per la terza volta in due metri, la donna si era incastrata col tacco nella terra.
    “No, ho notato anche io” era stata la sua risposta accompagnata da una buffa smorfia.
    Qui abbiamo le stalle… adesso la maggior parte dei cavalli sono fuori al pascolo”






    Ultima modifica di Adanay; 18th September 2013 alle 18:53
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  10. #110
    sim dio L'avatar di Adanay
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    Re: CAP 1 - un'altra vita

    <-- LEGGI SOPRA

    Mary era decisamente entusiasta di quel giro e di tutti quegli animali, era allegra come un fringuello.
    “Tua figlia è proprio innamorata degli animali” aveva domandato Ejan osservando la bambina davanti a loro che aveva sempre il naso all’insù per osservare tutto.
    “Sì, è la sua fissazione. Prima stavamo a Manhattan… puoi immaginare che lì non ci sono molti animali in giro. Sembra felice qui e penso di aver fatto la scelta giusta”
    “Come mai da Manhattan sei venuta fin nel South Dakota? La grande mela non è il sogno americano per eccellenza?”
    “Sì, lo è stato senz’altro. Mi ci sono trasferita dopo la laurea in giurisprudenza, ho lavorato in un importante studio legale…poi ho conosciuto il padre di Mary, sposata… e come si può intuire dall’assenza della figura paterna, anche divorziata.”
    “Oh, mi dispiace”
    “E’ stato un brutto divorzio… per questo ho cambiato aria e l’ho fatto per Mary che là a Manhattan, da quando è finita con il mio ex marito, era infelice. Non rideva più… ho pensato che una vita diversa e più genuina potessero giovarle”





    E così mezz’ora era volata veloce. Tra gli entusiasmi di Mary e la conoscenza con Gabby.
    Perciò si erano diretti in casa da dove proveniva un buon profumo di carne arrosto e patate.
    “Potrei darti qualche lezione di equitazione se vuoi” Ejan aveva guardato la piccola cominciare a saltellare sulla sedia per poi volgere lo sguardo implorante alla madre “Posso mamma? Posso??”
    L’atmosfera era allegra. Con i piatti pieni di leccornie le conversazioni scorrono meglio, diceva sempre sua nonna. E infatti per ora trovava conferma questa tesi.
    La casa era arredata in stile rustico ma curato nei minimi dettagli. Era stata Adele, la ex con la quale aveva avuto anche un periodo di convivenza, a curare alcuni dettagli. In realtà era finita da mesi, 5 per l’esattezza. Dopo 4 anni insieme. Ancora però non era ben delineata la situazione. C’era ancora confusione.
    Scacciò dalla mente quei pensieri e tornò a concentrarsi su quel pranzo.





    ************************************************** *************************************

    Il pomeriggio era corso come al solito. Domink si dava alla pulitura delle stalle, Carlotta curava le api e l’orto, Cameron era in paese per delle commissioni e Ejan allenava il suo cavallo.
    Il sole batteva insistente quel giorno e il caldo cominciava a farsi sentire. Ma avrebbe avuto un rodeo di lì a pochi giorni e doveva essere in forma e ben allenato. Prima aveva insistito sulla doma del nuovo cavallo: Duncan. Era un osso duro, ma lui lo era di più. Fortuna che Arashi era assai più mansueto a esser diretto da lui. Si era distratto solo un attimo quando in lontananza aveva visto Gabby stesa sul prato a prendere il sole.





    Lei lo osservava in silenzio da quella zolla di prato, sembrava affascinata dal modo in cui conduceva il cavallo e si apprestava al salto dell’ostacolo.
    Alla fine si era alzata e si era sporta dalla staccionata. Così lui, forse per fare il galletto, aveva fatto impennare Arashi e l’aveva salutata con la mano libera dalle redini.
    “Però… sei proprio bravo!”

    “Grazie madame…” aveva scherzato avvicinandosi a lei.





    In quel momento, un tornado di nome Mary, era arrivata di corsa.
    “bello! Posso montare anche io?” lo aveva chiesto senza cerimonie e si era guadagnata un’occhiata torva da sua madre “Mary! Non ci si impone così alle persone. Sta lavorando, non devi disturbarlo e al caso si chiede ‘per favore’”
    “Per favore…” aveva risposto la piccola tirando fuori l’asso nella manica: gli occhioni dolci da gatto con gli stivali di Shrek.
    Ejan a quella visione era scoppiato a ridere.
    “Forza vieni… ti faccio fare un giretto per il paddock”
    La bimba era scoppiata euforica ed era subito corsa da lui che l’aveva aiutata a montare.
    “Tieni le redini così… brava”
    “mamma guarda! Guarda”
    “Ti sto guardando, sei bravissima”




    “devi provare anche tu!” aveva urlato di nuovo Mary a sua madre.
    Gabby aveva strabuzzato gli occhi e aveva subito cominciato a scuotere il capo “no, no… preferisco guardare”
    “Non dirmi che hai paura”
    “Non ci sono mai salita…”
    “c’è sempre una prima volta.” Aveva insistito lui scendendo dallo stallone.
    “Così pare… ma non oggi sicuramente”
    Lui aveva riso e poi l’aveva guardato di nuovo in quegli occhi azzurri.
    “Hai seguito il mio consiglio di un abbigliamento più comodo?” aveva detto indicando la canottiera rosa e i pantaloncini di jeans. Al posto dei tacchi 13 c’erano un paio di più comode Dr Martines.
    “Sì, dopo che ho rischiato di spezzarmi l’osso del collo ho pensato che fosse il caso di optare per un cambio look”
    “Ti dona”
    Gli venne da sorridere appena notò le guance di lei imporporarsi per l’imbarazzo. Non l’avrebbe detto che una donna in carriera di Manhattan potesse imbarazzarsi.





    “Senti ho sentito che hai bisogno di una contabile…” aveva detto d’improvviso lei.
    “E dove l’hai sentito?”
    “Me l’ha detto tuo nonno”
    “Capisco. Sì, in realtà ne avrei proprio bisogno… perché me lo chiedi?”
    “Pensavo che potresti assumere me…”
    “Te? Ma tu non fai l’avvocato?! Sei decisamente troppo qualificata per farmi da commercialista”
    “Beh… è che per il momento non mi sento di riprendere la mia carriera. Preferirei staccare la spina. Ma se preferisci assumere qualcun altro comprendo benissimo.”
    “Sicura che ti vada bene? La paga non è altissima, non quanto un avvocato almeno”
    “Ne sono consapevole”
    “Allora affare fatto. Ovviamente se troverai di meglio sei sempre libera di lasciare il posto… magari con un po’ di preavviso”
    “Oh, ti ringrazio! Grazie!”
    “Grazie a te… mi hai salvato! Per festeggiare dovrei farti fare un giro del posto, mostrarti la vita qui nel South Dakota. Che ne dici? Anche Mary ovviamente”
    “Non sarebbe una cattiva idea. Ho proprio bisogno di distrarmi”
    “Bene, allora passo alle nove. Può darsi venga anche mio fratello.”
    “Perfetto… a dopo”





    Una volta in casa aveva calciato via gli stivali e lanciato il cappello sul divano. Era stanco, non ne poteva più. Si sentiva tutti i muscoli indolenziti. Si era tolto gli abiti che ormai erano da lavare e si era infilato sotto la doccia, ci era rimasto qualche minuto in più a godersi di quelle gocce calde che gli scivolavano addosso lavando via anche la fatica oltre che al sudore.
    Si asciugò i capelli al volo e si fece la barba. Ripensò a Gabby, quella ragazza era davvero di una bellezza disarmante. Ma non voleva far altri casini. Solo amici! Era divorziata, aveva una figlia nonostante avesse 26 anni, e ora era pure una sua dipendente. Tutto era contro e lui certo non voleva altri guai.





    Fuori il sole stava ormai lasciando spazio al crepuscolo. Si era affacciato in veranda. L’aria era calda ma gradevole. Il nitrito dei cavalli si mescolava all’abbaiare del cane e al cinguettare degli uccelli.
    Toby giaceva sornione ai suoi piedi in attesa di una dose di coccole ed Ejan era pronto a dargliele.
    “Cucciolone… che vuoi? Vuoi i grattini sulla pancia eh? Grande e grosso e tanto bischero”
    Era così preso dal cane che non si era reso conto di essere osservato.
    “Sei sempre il solito vedo…”
    Aveva alzato il capo di scatto, quella voce l’aveva riconosciuta subito: Adele.
    “Ciao… che ci fai qui?”
    “wow… che accoglienza” aveva detto serafica avvicinandosi per salutarlo.
    “scusami è che non mi aspettavo di trovarti qui”
    “Io… io…” la voce si era interrotta in un singhiozzo “avevo solo bisogno di te…” dicendo questo si era buttata letteralmente tra le sue braccia nascondendo il capo sul suo petto. A lui non era rimasto altro da fare che abbracciarla.





    “Adele… è finita. Lo sai meglio di me, sei tu che mi hai lasciato” lo aveva detto con amarezza. Ancora non aveva totalmente superato l’abbandono da parte di Adele e ora se la ritrovava tra le braccia a dirgli che aveva bisogno di lui?
    “Lo so! Maledizione lo so!” aveva risposto sgomenta e incollerita con se stessa “Ho fatto un errore, mi ero spaventata… non so cosa diavolo mi passa per la testa…ma vorrei tanto riprovarci con te”
    Lui continuava a guardarla, quel viso perfetto di cui si era innamorato. Quegli occhi grigi così intensi e capaci di trapassarlo. Aveva subito perso la testa per lei, come l’aveva vista… ma ora lei lo aveva ferito. Non sapeva se poteva fidarsi di nuovo di lei… non lo sapeva.
    Ora era lui quello spaventato… ma quel volto gli procurava ancora qualche brivido sulla pelle.






    ###

    SCENARIO A: EJAN TORNA CON ADELE.
    In fondo prova ancora qualcosa per lei, è stata la sua fidanzata per 4 anni di cui 1 di convivenza. Lei lo ha deluso e ferito, ok… ma si da sempre una seconda chance, no?!
    Lei in fondo se lo merita. Non può escluderla a priori solo per un errore tenendo conto degli anni in cui invece lo ha reso felice. Merita un’altra occasione. Riprova con lei.

    SCENARIO B: CHIUDE CON ADELE.
    Com’è il detto? La minestra riscaldata non è buona. Non è il caso che anche lui cominci a nutrirsi di minestre riscaldate. Lei lo ha ferito. Ora che comincia a riprendersi non può tornare con lei dandole l’occasione di ferirlo di nuovo e magari anche più in profondità. Sarà gentile con lei ma non può darle un’altra occasione. Quel treno è partito… e lo ha fatto senza di lei. Non tornerà con Adele.



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