Cari lettori...eccomi qui! Inizio subito con il capitolo e spero capirete quale risposta abbia vinto...
MINIATURA:
"Tutto può Amore."
Eunice prese fiato e fece un passo indietro.
"Proteggetelo per me" disse lasciando il piccolo in braccio a Duncan
"Come!? Volete lasciarlo qui?" Duncan alzò il tono della voce
"Ho paura a portarlo con me, non voglio sia in pericolo"
"Allora non andate! Fatelo per lui, se dovesse succedere..."
"Farò in modo che non capiti nulla" lo interruppe.
Duncan adagiò il piccolo nella culla che aveva costruito per lui tempo prima, il piccolo dormiva sonni sereni mentre Eunice salutava Duncan.
"Eunice ..."
"Lo so " Prese fiato la ragazza.
"Siete stato importante per me e non voglio abbandonarvi ma l'unico modo per essere felici, l'unico modo per provare a farcela è andarsene, prometto che tornerò presto per mio figlio"
Duncan era rosso in viso, non per l'imbarazzo ma per la rabbia, le vene del suo collo erano gonfie e gli occhi erano lucidi e spalancati,
riuscì solo ad avvicinarsi a lei e con impeto stringerla tra le braccia.
Le baciò la fronte e poi si allontanò.
Si lasciarono senza dire altro, mentre la follia di Duncan prendeva il sopravvento.
Adain era ormai lontano dal castello, non sapeva precisamente dove cercarla, sapeva solo che doveva portarla via con sè.
Eunice intanto si incamminò verso il limitare del bosco, consapevole che da quel giorno sarebbe cambiata la sua intera esistenza.
Il buio era sovrano come il silenzio, che, quasi tombale , era spezzato a tratti dal bubolare dei gufi, bestie notturne vagavano nel sottobosco strusciando sul terreno umido e fangoso, le tenebre celavano i loro corpi che repentini scappavano all'udire dei passi, lasciando a Eunice lo spavento dei loro imprevedibili versi.
Passo dopo passo Adain si sentiva sempre più vicino a lei, avevano passato così poco tempo assieme che l'idea di poterle stare accanto lo emozionava, avrebbero vissuto lontano dal regno, insieme, coi i propri figli, finalmente felici.
Eunice uscì a passi cauti dal bosco cercando di non far troppo rumore, ci avrebbe messo delle ore per arrivare al castello a piedi ma non poteva rischiare di essere vista da qualcuno, il buio non era ancora calato.
Avrebbe continuato lungo il prato, tra i fiori e le betulle se non avesse visto una sagoma a cavallo venirle incontro tra la coltre di bruma.
"Eunice!" Adain non era certo che fosse lei ma non potè resistere e così scese da cavallo per correrle incontro.
"Adain!" Gli occhi di Eunice divennero radiosi.
Si abbracciarono dopo tanto tempo, il naso freddo di Eunice si trovò a contatto con il collo nudo di Adain, i loro corpi si toccarono ancora,
si tennero stretti, insieme si baciarono accarezzandosi il viso e guardandosi negli occhi.
"Volevo raggiungere il castello per portarvi via con me" gli sorrise.
"Vi ho anticipato, dolce Eunice, sarò io a portarvi via" le sussurrò all'orecchio.
Si tennero stretti ancora qualche istante mentre assaporavano le labbra l'uno dell'altra.
"Dov'è nostro figlio? Voglio vederlo..." Adain era curioso e felice, era padre per la prima volta e tutto gli era nuovo.
"Lo vedrete Adain, tornerò nel bosco a prenderlo, voi mi aspetterete qui poi partiremo insieme" sorrise dolcemente mostrando le fossette pronunciate.
"Prima lasceremo queste terre meglio sarà per tutti noi" disse Adain.
Alcune raffiche di vento agitarono le chiome verdastre di alcune betulle, non vi era così tanta gioia nell'aria come in quel momento,
era un'atmosfera così strana da confondere.
Proprio mentre si accingeva a voltarsi per tornare a prendere suo figlio, Eunice sentì un sibilo raggelare l'aria e si voltò di scatto.
Adain la guardò per un momento poi abbassò gli occhi, i vestiti si tinsero di rosso.
"NO!"
In quel momento tutte le speranze di Eunice si infransero.
Il re stava a guardare sogghignando, poi si avvicinò, la sua freccia aveva ferito il fianco del giovane cavaliere facendolo inginiocchiare ai piedi della ragazza.
Buttò a terra arco e faretra e si avvicinò.
"Povero Adain, dopo tutto quello che avete passato possedete ancora un cuore...e tutto per una donna"
Eunice si mise tra il re e Adain, si strappò un lembo del vesito e lo strinse intorno al fianco del giovane per fermare l'emorragia.
Adain alzò il viso
"Per amore" disse tossendo.
Il re sospirò ironico.
"L'amore!? L'amore è un sentimento egoista! Richiede che uno sia devoto a una singola persona la quale potrebbe occuparne completamente il cuore e la mente!Un Cavaliere non può permetterselo. Potreste trovarvi costretto a scegliere tra il salvare il vostro amore e il salvare tutti gli altri...In tal caso, cosa fareste?"
Adain raccolse le forze nonostante la freccia fosse ancora nel fianco.
Sguainò la spada mentre gli occhi di Eunice erano coperti da un velo nebuloso, uno strato opaco di infelicità e dolore che sempre più insistentemente le offuscava la vista.
Cosa in lei poteva ancora vivere?
La speranza?
La felicità?
L'amore?
Perse tutto, lo perse con il sibilo fugace di quella freccia.
Adain si alzò in piedi poi vacillò un momento, il tempo di riuscire a stare in equilibrio e stringere l'elsa tra le mani.
Il re tese la spada sfidando il giovane a duellare, si avvicinò repentino toccandogli la lama con la propria spada. Lo stuzzicava sorridendo mentre il dolore attanagliava ogni nervo di Adain, mentre Eunice piangeva silenziosamente il suo amato.
Fu Adain a sferrare il primo colpo, ne seguirono altri sempre più blandi.
Il re gioiva alla vista della sofferenza, in particolare per quella di Adain. Il suo pupillo era diventato fonte di astio, l'aveva tradito e questo giustificava la sua vendetta.
Sbarrava con la spada ogni tentativo di attacco sogghignando e schernendolo ad ogni fallimento.
Fu il re a ferirlo, di nuovo al fianco, provocandogli ancora più pena.
Adain indietreggiò cadendo tra le braccia di Eunice, lasciò cadere la spada tenendosi il fianco sanguinolento.
Eunice si sporse in avanti come a proteggere il corpo del giovane dalla spada acuminata del re che si avvicinò ai due puntando deciso la lama. Nel suo sguardo non vi era pietà nè compassione.
Guardò verso le nubi scure sorridendo e chiuse gli occhi, non contento li guardò un'ultima volta e sogghignò.
Alzò la spada al cielo.
"Finalmente ci rivediamo"
Il re si voltò di scatto mentre Eunice alzò lo sguardo.
Un'ombra uscì dal boschetto dietrostante.
Non fu subito riconoscibile, solo alla vista del suo arco teso il re tenne le braccia al petto in segno di difesa e lasciò cadere la spada a terra mentre le stelle osservavano l'infausta scena.
"Duncan..."
"Mio re" disse ironicamente accennando un inchino.
"Il mio più fedele..." deglutì
"...Siete ancora vivo"
"Sono ovunque voi siate sire, nella buona e nella cattiva sorte" disse con tono pacato.
"Guardate il frutto del vostro odio, della vostra lussuria...quest'uomo era come me, come un vostro fratello e l'avete privato dell'unica gioia, seppur terrena, che lo rendeva felice"
Adain respirava a fatica mentre guardava con gli occhi socchiusi l'unico essere che aveva mai amato.
"Mia Eunice" riuscì a espirare.
Eunice si commosse e alzò lo sguardo mentre le lacrime le solcavano il viso pallido e dolorante.
Non aveva più lacrime, gli occhi rossi parevano gonfi e le bruciavano al solo guardare.
Il re osservò i due abbracciati a terra con indifferenza. Non provava nulla.
"Meritano la morte, lui e quella lurida cagna!"
Duncan tese l'arco ancor di più avvicinandosi e mirando alla testa del sovrano.
"Voi meritate la morte e la tortura dei talkir, meritate tutto ciò che avete inflitto agli altri."
"Non è necessario che finisca così. Nel tuo cuore c'è posto per la compassione, Duncan." Disse il re implorandolo.
"Di certo ormai il tuo odio si è raffreddato..."
"Il mio desiderio di vendetta è eterno, vecchio re, proprio come il mio dolore.
Questa è giustizia, nulla di più!"
Di nuovo quel rumore, un sibilo ancora più lesto.
Questa volta fu il re che cadde sulla coltre d'erba, immobile.
Duncan da debita distanza abbassò l'arco.
"Eunice..."
Ma la fanciulla riusciva solo a piangere lo sguardo di Adain, fisso su di lei, irremovibile.
Il suo ultimo sguardo era per lei.
La morte che per tutti ha un volto sconosciuto, per Adain arrivò con i suoi occhi.
Duncan corse verso di lei e la allontanò dal corpo esanime di Adain, cercava di tenerla vicino a sè sussurrandole di avere forza, mentre lei,
pian piano moriva.
Stettero immobili fino a che la ragazza non lo spinse via.
Corse verso Adain e si chinò su di lui.
Piangeva disperata alla vista del corpo del suo amato, piangeva mentre impugnava stretta la sua spada.
Duncan si sporse per toglierle di mano l'arma ma la stretta era talmente forte che dovette rinunciare.
D'un tratto però, Eunice alzò gli occhi al cielo.
Poggiò il pomo a terra e d'impeto vi si gettò sopra trafiggendosi, proprio davanti agli occhi increduli di Duncan.
Un urlo straziante percorse la valle, da una parte all'altra, dal bosco si levò uno stormo di corvi e il loro vociare svegliò tutti gli altri animali.
Nell'aria era palpabile il dolore, la paura...l'amore.
Sì, l'amore che li univa non li avrebbe mai più separati.
Duncan si sporse in avanti e con tutta la rabbia che aveva in corpo cominciò a scavare una fossa con le proprie mani.
Vi pose primo Adain, mentre piangendo accarezzava i capelli di Eunice, le baciò la fronte e la strinse a sè un'ultima volta.
La adagiò fra le braccia di Adain, e per un momento parvero sorridere.
Soffriva per ciò di cui Eunice si era privata ma ancor di più soffriva per non essere stato la sua scelta.
Nei giorni seguenti incise una lapide verticale che pose sotto l'antica quercia, essa recitava:
"In ricordo di Ser Adain, cavaliere fedele, che sfidò il re a duello e ne fu ucciso, e della sua dama Eunice, che per il dolore e il cordoglio si dette la morte con la spada dell’amato."
Passarono alcuni anni.
Il castello finì disabitato, sulle sue mura crebbero i rampicanti e l'interno fu completamente raziato, niente più mobilia niente più arazzi,
vi rimase a simboleggiare la tirannia di quel castello solo il trono, impolverato e ormai inusato.
I cavalieri rimasti lasciarono le terre senza mai più tornare.
Duncan crebbe il bambino come se fosse suo, insegnandoli il rispetto e la compassione.
Fu un duro compito impartirgli lezioni d'amore e forse non era la persona più adatta, o forse, il mostro che che temeva si svegliasse si era finalmente assopito.
Grazie a tutti quelli che commentano e seguono il mio diario!
Purtroppo, come avrete capito la risposta corretta era la B, non vi disperate però, avete azzeccato tutte le altre e presto inizierò con la nuova generazione
Mi scuso per l'attesa e spero vi sia piaciuto comunque, nonostante tutto.
Baci :*