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Discussione: Shahrazād

  1. #1
    sim dio L'avatar di Acqua&Sapone
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    Shahrazād



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    1. La scatola rossa



    Ultima modifica di Acqua&Sapone; 30th September 2013 alle 04:27

  2. #2
    Super Moderatore L'avatar di polliciotta
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    Re: Shahrazād

    Sharazad *____* ... già solo il nome del topic mi piace assai. Stupenda anche la frase della copertina, da un non so che di magico al tutto.
    Adesso voglio leggere la storia, mi raccomando, non farmi aspettare troppo.
    E in bocca al lupo per il tuo spazio ministorie!!!


  3. #3
    sim dio L'avatar di Acqua&Sapone
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    Re: Shahrazād

    La scatola rossa


    "Scommetto che adesso daresti l'anima per un caffè".




    La voce arrivò da lontano, quasi da un altro pianeta. Ero immersa in quel mattone di psicologia da tutta la mattina, da quando, alle 9, avevo deciso di abbandonare la mia stanza al dormitorio e andarmene a studiare al parco.
    Il ragazzo che mi si parava davanti era il più strambo che avessi mai visto, i suoi capelli erano alghe fluttuanti e i suoi occhi due pezzi di carbone acceso.
    Sorrideva.
    "Scusami?" chiesi, fissandolo.
    "Dicevo che fa male studiare per ore senza concedersi un caffè, fonderai il cervello!"
    Non potevo credere alla sua sfrontatezza, per di più indossava calzini di colore diverso ed una giacca che doveva essere di almeno due taglie sopra la sua. Cercai di sorridere, più che altro per cortesia, ma il suo sguardo mi inquietava, mi sentivo come un cerbiatto inesperto che ha fiutato qualcosa nell'aria.
    "No, ti ringrazio, io non bevo caffè".
    Bugia.



    Lui fece come se niente fosse e si sedette sulla mia panchina, osservando il testo che stringevo tra le mani.
    "Teoria e controllo delle sinapsi. E' il corso del professor Carter, vero?''
    "Proprio così, anzi, sono molto indietro, se non ti spiace.."
    "No, è che... Ho frequentato proprio quel corso lo scorso anno, con Carter. Mi ricordo l'esame per filo e per segno."
    "Frottole!" risposi ridendo.
    "E' così. Sai, io possiedo una memoria eidetica, fotografica insomma. Alcuni esami potrei scriverteli su un block notes in meno di dieci minuti, se sono dell'umore giusto''..
    Non riuscivo a crederci, ero stata bocciata già una volta a quell'esame maledetto ed ecco che la soluzione mi veniva servita su di un piatto d'argento.
    "Mi chiamo Edward, tu invece...?"
    "Crystal Bloom." Ma mi ero già pentita di tanta confidenza, i suoi occhi scuri tradivano un tremolìo che vedevo tutti i giorni in quelli del mio ragazzo.

    Tre settimane dopo, quando uscirono i risultati dell'esame ed io avevo preso un bel 30 pieno, mi resi conto che avevo fatto bene a fidarmi di Edward.
    A Sean, mentre partivamo per le vacanze estive al lago Tahoe, non avevo detto niente.
    Era un tipo iracondo, saltava in aria per un nonnulla, non sarebbe stato argomento per iniziare una convivenza di quindici giorni.
    D'altro canto il timido Edward, una volta saputo del mio risultato all'esame, mi aveva invitata a prendere quel fantomatico caffè accettando con stoicità il mio rifiuto, nonché la mia intenzione di partire per il lago con il mio ragazzo quella sera stessa.
    Ma quella fu la vacanza peggiore della mia vita.



    Il lago Tahoe era decisamente meglio di come Sean l'aveva descritto, non era certo un grande narratore povero amore. Come può esserlo uno che passa tutto il suo tempo libero solo ed esclusivamente sui campi da football?
    In questo eravamo molto diversi, ma adesso che so come sono andate le cose forse darei meno peso alle differenze, me le farei scivolare addosso.
    Spesso mi chiedo se il tempo trascorso con lui al lago abbia o meno influito su quello che accadde dopo.
    Eravamo felici, giovani, qualche volta lui accennava al matrimonio, facendo finta di non notare le mie espressioni impaurite al riguardo e cingendomi la vita sospirando.
    Poi la grande idea, uscire al tramonto per una sfida in windurf. Io ero alle prime armi, ma quella sera il vento era forte e credevo di aver assimilato al meglio le sue pazienti lezioni sull'argomento.
    Così scendemmo in spiaggia, mentre un sole cremisi si squagliava dietro le montagne.



    Dopo un paio di cadute miracolosamente evitate lo distaccai, sentendo che mi gridava qualcosa che non riuscii ad afferrare, tanto era il vento.
    Ridendo mi diressi verso la piccola insenatura dove avevamo lasciato gli asciugamani e mi misi ad aspettarlo, tremando per il freddo e l'esaltazione di averlo battuto in qualcosa in cui lui era migliore di me.
    "Amore, ho visto delle grotte sul fianco della montagna" annunciò appena mi ebbe raggiunto a riva.
    "Prendo la muta!"
    Io gli sorrisi e cominciai a rivestirmi. Era il mio modo di incoraggiarlo, quel sorriso.
    Un'ora dopo il lago era pieno di poliziotti che scandagliavano le grotte alla ricerca di Sean, che non era più riemerso.

    Vennero i suoi genitori, ma non i miei. Mio padre si trovava in Asia per lavoro e mia madre non c'era più già da diversi anni.
    Mai come in quel momento ne sentii la mancanza.
    La madre di Sean, che assomigliava in modo incredibile al figlio, si sentì mancare proprio la mattina del funerale, tanto che il marito dovette metterla a letto e riempirla di sedativi. Era un medico.
    "La porto in camera, scusami" mi bisbigliò il padre di Sean.



    Era come trovarsi in un incubo ad occhi aperti, un incubo dal quale faresti di tutto per uscire, anche strapparti via la tua stessa vita.
    Forse in un certo modo fu così, perchè rimasi chiusa in casa per dieci giorni senza vedere nessuno.
    Una mattina venne Paulie, il cugino di Sean con il quale avevamo trascorso qualche serata davvero piacevole, ma feci finta di non essere in casa.
    La mattina dell'undicesimo giorno qualcuno bussò allo chalet. Spiai fuori da una delle pesanti tende del soggiorno. Era Edward.
    "Edward?!" domandai da dietro l'uscio.
    "Si, sono io. Ho letto del tuo ragazzo sui giornali e... Oh povera Crystal, come mi dispiace..."
    Aprii.
    Accennava un timido sorriso, in netto contrasto con la pioggia estiva che sferzava l'ambiente circostante.
    Aveva ancora addosso quell'orribile giacca verde.



    "Scusa Ed, ma non mi va di vedere nessuno in questo momento. Spero che capirai.."
    "Non accetto un rifiuto, non dopo aver percorso 250 chilometri per venire da te" rispose sorridendo dolcemente.
    La verità era che avevo pensato a lui quasi tutti i giorni da quando Sean era affogato, quasi sperando che lui mi trovasse per consolarmi.
    Doveva aver sentito il mio richiamo perchè ora era là, solida roccia a cui aggrapparsi prima di sprofondare.
    "Ti prego, solo quattro passi.. Vuoi?"
    Sembrava estremamente sicuro di se.
    "Va bene, torna qui tra un'ora, il tempo di fare una doccia e chiudere le valigie, parto stasera"
    "Perfetto" rispose raggiante lui.

    L'ora passò e lui tornò alla mia porta. Annunciò che mi avrebbe costretta a distrarmi, intuendo dalle occhiaie che avevo sotto gli occhi che ne avevo un bisogno disperato.
    "Cosa farai a settembre? Mi auguro che tornerai all'università!" disse mentre camminavamo.
    "Non lo so, gran parte dell'entusiasmo è andato perduto, quasi tutto credo" risposi. Ma non era tutta la verità.
    "Hey, sai che da queste parti c'è la casa di mia nonna? L'ha lasciata a me qualche anno fa, non ci mettevo piede da quando avevo 5 anni. Pensa che non c'è nemmeno l'elettricità".
    Probabilmente era lì che alloggiava, pensai.
    E' strano come a volte le vite delle persone si intreccino in maniera più eterea che mortale, a volte sembra quadrare tutto alla perfezione, come la tessera mancante di un puzzle.
    "Scherzi?" feci io "A saperlo prima..." risposi al suo sorriso per la prima volta in mezz'ora.
    "Ti piacerebbe vederla? E' vicino ad una piccola cascata, mi sono fatto dare le chiavi dal custode"
    Avete presente quel campanello d'allarme che risuona nelle vostre teste quando qualcosa prende una brutta piega? Bene, il mio doveva essersi guastato.
    "D'accordo, fammi strada" risposi.



    Camminava a passo svelto, tenendomi la mano perchè non inciampassi, era piuttosto buio.
    Mi guidava con sicurezza, assicurandosi che non fossi troppo stanca per quasi tutto il viaggio.
    "Ormai manca poco, eccola là!"
    Ora cominciavo a scorgere la casa, una minuscola costruzione in cima ad un pendio fiorito, la classica baita di montagna dall'aria vissuta.
    "E' davvero molto carina" dissi appena fummo entrati.
    Era un unico ambiente, arredato in modo spartano ma funzionale.
    "Fa piuttosto freddo qui, vado a prendere della legna per il camino. Tu siediti pure sul divano, faccio in un attimo".
    Appena fui rimasta sola mi assalì il freddo di cui parlava Ed, era chiaro che in quella casa dovevano esserci innumerevoli spifferi. Rabbrividii.
    Mi alzai per cercare una coperta in anticamera, ma non ne trovavo nessuna, così decisi di cercare nei cassetti, dovevano pur esserci degli indumenti caldi da qualche parte.
    In un angolo buio trovai un armadio antico ed essendo l'ultimo posto in cui cercare non mi feci scrupoli e lo aprii.
    Finalmente, una calda coperta di piume d'oca era arrotolata in malo modo sul fondo del mobile.
    L'afferrai sorridendo vittoriosa, ma qualcosa cadde da quell'involucro, era una scatola di latta rossa.
    Il buonsenso avrebbe voluto che io raccogliessi quella scatola, che la riponessi nell'armadio, che me ne dimenticassi come si dimenticano i miliardi di oggetti quotidiani che ci passano tra le mani e sui quali non abbiamo alcun diritto. Ma la scatola, cadendo, si era aperta.
    Non riuscii subito a capire cosa fosse quell'oggetto, nella semioscurità sembrava un gomitolo di lana bianca.
    Mi inginocchiai imprecando, se Ed fosse tornato in quel momento avrei fatto davvero una bella figura.
    Raccogliendo l'oggetto mi accorsi che era una bambolina, ma la portai alla finestra per osservarla meglio.
    Le mie gambe divennero molli come gelatina quando la vidi. Sulla bambola, inchiodata con uno spillo, c'era una polaroid di Sean, mentre un bottone, che doveva fungere come occhio della bambola, era cucito con cura sulla testa del feticcio. Era quello che Sean aveva perso mesi prima, quando eravamo stati al cinema. Me lo ricordavo perchè eravamo stati venti minuti a cercarlo tra i sedili della platea.
    Ma la cosa più raccapricciante era la goccia di sangue rappreso che sgorgava dalla foto di Sean, nel bel mezzo della fronte, tremenda reliquia di un ragazzo che non c'era più e che, grazie ad Edward, non sarebbe più tornato.

    Tutto ciò accadde nel giro di pochi secondi, il tempo di riavermi dallo spavento e di imboccare la porta.
    La bambolina venne con me, al sicuro nella mia tasca.
    Corsi via con tutta le energie che ancora mi rimanevano, mentre Ed, ignaro, coglieva gli ultimi ramoscelli nella radura dietro casa.
    Fischiettava.

    Non ho più rivisto Edward, cambiai facoltà e mi trasferii a est.
    Ma quella notte feci un bel falò di quella bambola, e fu l'ultima volta che piansi per Sean.



    Fine






    Ultima modifica di Acqua&Sapone; 1st October 2013 alle 20:02

  4. #4
    Super Moderatore L'avatar di polliciotta
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    Re: Shahrazād

    O.MAMMA.MIA.
    Edward è veramente inquietante, siamo sicuri che non troverà Crystal e la costringerà a diventare sua? Ormai mi aspetto di tutto da quel tipo lì...
    Bella storia, per fortuna non l'ho letta ieri sera, altrimenti avrei sognato Sean con lo spillone in fronte!!!
    Bravissima Acqua, continua così

    PS: posta nel topic degli aggiornamenti un link alla tua storia
    Ultima modifica di polliciotta; 30th September 2013 alle 11:59


  5. #5
    sim dio L'avatar di Acqua&Sapone
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    Re: Shahrazād

    Ehehehe, sapessi quanto inquieta me
    Sono contenta che ti sia piaciuta, doveva essere un diario ma ho preferito l'epilogo veloce, per iniziare..
    Certo che, con la sua magia, potrebbe fare di tutto quello lì, ma alla fine Crystal si è tirata fuori dall'impiccio appena in tempo per fortuna.
    Ora preparo il link :P
    Ultima modifica di Acqua&Sapone; 30th September 2013 alle 12:14

  6. #6
    sim dio L'avatar di tati
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    Re: Shahrazād

    Wow che bella storia...molto inquietante, ma molto bella!!!
    Cero che povero ragazzo...deve aver fatto una pessima fine :'(
    Per fortuna almeno Ed non ha più trovato Crystal...almeno...non l'ha mai più trovata vero?
    Aspetto presto una nuova storiella ^^




  7. #7
    sim onniscente
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    Re: Shahrazād

    ohhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh *.*
    hai aperto lo spazio ministorie!! *W*




  8. #8
    sim dio L'avatar di Acqua&Sapone
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    Re: Shahrazād

    Citazione Originariamente Scritto da tati Visualizza Messaggio
    Wow che bella storia...molto inquietante, ma molto bella!!!
    Cero che povero ragazzo...deve aver fatto una pessima fine :'(
    Per fortuna almeno Ed non ha più trovato Crystal...almeno...non l'ha mai più trovata vero?
    Aspetto presto una nuova storiella ^^
    No no, non l'ha più trovata, grazie a Dio. Ma sicuramente l'avrà cercata, e a lungo anche.
    Sono contenta di inquietare le vostre impressionabili menti

    Citazione Originariamente Scritto da stefano2000 Visualizza Messaggio
    ohhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh *.*
    hai aperto lo spazio ministorie!! *W*
    Eheheheh si, finalmente mi sono decisa!!!

  9. #9
    sim dio
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    Re: Shahrazād

    è davvero una bellissima storia
    la bombola vodoo
    menomale che lei è scappata in tempo


    Said where you goin’ ?what you gonna do? I been lookin’ everywhere I been lookin’ for you

    Eowyn

  10. #10
    sim dio L'avatar di Acqua&Sapone
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    Re: Shahrazād

    Citazione Originariamente Scritto da stella56757 Visualizza Messaggio
    è davvero una bellissima storia
    la bombola vodoo
    menomale che lei è scappata in tempo
    In realtà volevo farla squartare da Ed, ma era troppo bella, non poteva morire!!!

 

 
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