Ti porto con me
E' radiosa. Non c'è altro modo per descriverla. E' felice, emozionata, e mi sento così egoista ad essere triste per la sua partenza.
Sta volteggiando per la stanza, alla ricerca delle ultime cose da inserire in valigia. La osservo senza dirle nulla, non voglio disturbarla.
Si avvicina al mobile dell'ingresso, quello dove tiene tutti i suoi cosmetici e i profumi. Lo stesso mobile a cui mi ha vietato assolutamente di avvicinarmi, perché, a suo dire, riesco sempre a romperle qualcosa.
Non andare, non partire, vorrei urlarle, ma non posso.
Dovrei essere felice per lei, felice di vederla così allegra e spensierata. Ma come faccio?
Domani a quest'ora sarà al mare, in compagnia del suo nuovo fidanzato.
Si avvicina alla mensola adiacente al suo letto, quella dove tiene tutti i suoi gialli preferiti. Sicuramente starà pensando di mettere in valigia un bel libro da leggere in spiaggia, mentre lui leggerà le ultime notizie sul calcio.
Continua ad ignorarmi, presa com'è dai preparativi. Corre da una parte all'altra della stanza, probabilmente è in ritardo.
Penso con nostalgia ai primi tempi insieme, a come ci siamo conosciuti. Eravamo al parco, ci siamo conosciuti per caso e ci siamo subito piaciuti. All'inizio ero diffidente, ma con la sua simpatia e gentilezza mi ha subito conquistato. Poche ore dopo mi aveva già proposto di condividere l'appartamento in cui si era appena trasferita per seguire i corsi all'università e avevo accettato entusiasta.
Quanti bei momenti abbiamo passato insieme!
Quante serate seduti sul divano a guardare la televisione, e a mangiare qualcuna delle sue prelibatezze! E' sempre stata una cuoca eccezionale, nessuno aveva mai cucinato cibi così gustosi per me. E proprio su quel divano ora lei si è seduta da sola, ignorandomi, dopo aver preso il telo da mare da inserire in quella maledetta valigia.
Infila il telo nella seconda valigia e si getta di peso su di essa per chiuderla. Ci siamo, è pronta e tra poco andrà via, lasciandomi qui da solo.
Non sopporto di doverla dividere con lui. Dovevo aspettarmelo, lo sapevo che una come lei non poteva accontentarsi di uno come me. Dovevo capirlo da quando ho cominciato a sentire odore di dopobarba sui suoi vestiti. Ma ho fatto finta di nulla.
Domani a quest'ora sarà con lui, lontano da me. Passeranno il pomeriggio in spiaggia, sotto l'ombrellone. Lei si riparerà dal sole, che le da fastidio, e leggerà il suo amato libro. Lui la guarderà con la coda dell'occhio, fingendo di ignorarla e leggendo il suo giornale.
Alla fine lei gli lancerà il libro addosso, scherzando, e lo trascinerà a fare il bagno.
Mangeranno qualcosa di veloce, un gelato o un panino, ma la sera lui la porterà a cena fuori. Un ristorantino carino, romantico, in riva al mare. Mangeranno pesce, pesce fresco e ben cotto, e si guarderanno negli occhi.
Lui l'avrà tutta per se, mentre io sarò qui a mangiare qualche orrendo cibo pronto in scatola.