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Lily: "Vede signorina, ho la necessità di recarmi con il mio cliente dal signor Mangiamorte; essendo il legale del signor Barberini ho diritto ad assistere a questo colloquio" disse con tono freddo e professionale.
Alex entrò nel panico. Avvocato? Lily? Vestita in quel modo? No, non l'avrebbe mai bevuta... non era possibile che la tipa ci potesse credere... così giovane poi... era logico pensare che fosse un'attrice...
Il ragazzo, invece, rimase imbambolato a denotare che la bionda receptionist aveva preso con una seria indifferenza le parole di Lily. Aveva telefonato alla sua collega del quindicesimo piano, avvisandola della presenza sua e di un legale e il permesso era stato quasi subito accordato. Si sentì molto stupido: certo, era logico arrivare lì con un avvocato alle calcagna... quello in cui era entrato e che pulsava in quelle mura di vetro, era un mondo fatto di cause, diritti d'autore e avvocati.
Si infilarono nell'ascensore e Lily premette con un dito tremolante il numero 15, abbandonandosi ad un lungo sospiro di sollievo alla chiusura delle porte. Era sembrata così sicura, così determinata ma, in realtà, era nervosissima e ansiosa almeno quanto lui. Lily, pensò Alex, era bravissima a dissimulare le difficoltà e per questo, la ammirò moltissimo. Eppure, in quella stima, c'era sempre un angolo nero cui lui non sapeva dare un nome.
Lily: "Spero che anche la prossima tizia mi faccia passare... accidenti, non abbiamo pensato a questa cosa... oddio, hai visto com'era grande la hall? Il bancone mi è sembrato di radica, sai? E l'eco? C'era un'eco pazzesca! Pensi che mi sono vestita in maniera inappropriata? E' uno dei pochi completi che mi ha comprato mia madre prima di partire" fece notare con fibrillazione. La paura era scomparsa e anche l'agitazione: a dominare era tornato l'entusiasmo. Il biondino si fece per un attimo contagiare da quel sorriso ma al bling dell'ascensore e davanti ad un'altra reception, le sue gambe tornarono a tremare. Una donna alta, bionda anch'essa, con degli occhiali che rendevano il suo sguardo impenetrabile, li accolse con una glaciale formalità.
Ketcher: "Salve e benvenuti alla Soul Production. Sono Miss Margaret Ketcher, la segretaria personale del signor Mangiamorte. Seguitemi, vi condurrò al suo ufficio" annunciò con lo stesso slancio emotivo di un robot. La signorina Ketcher li fece accomodare nella sala d'attesa davanti la porta del maestoso ufficio, arredata con delle poltrone bianche su un pavimento di elegante marmo nero. Lily si guardò attorno con la bocca spalancata dalla meraviglia: l'ambiente era elegante ma freddo, con i toni del bianco e del nero che dominavano ogni più piccolo dettaglio.
Lily: "Pss Alex... secondo te, Mr Pezzogrosso è un tifoso degli JuvensLama? E' tutto un bianco nero qua..." bisbigliò nell'orecchio dell'amico, che ridacchiò di rimando. Ma si fecero improvvisamente seri quando Miss Ketcher li richiamò alla sua scrivania.
Ketcher: "Mr Mangiamorte vi incontrerà tra poco... l'ho anche avvisato della presenza della sua amica e per lui va bene. Vi chiamerò tra qualche minuto" replicò gelida. "Presenza della sua amica": Miss Ketcher non s'era bevuta manco per sogno la storia dell'avvocato. Fulminò Lily con il riflesso di quegli occhiali argentei che aveva poggiati sul naso e inarcò con una leggera punta di disapprovazione le sopracciglia. Fu di parola: nel giro di pochi minuti, Alex e Lily videro aprirsi la porta dell'ufficio di Mr Mangiamorte e fare i loro primi passi in quella nuova avventura.
La stanza era molto ampia, riproponeva i colori della sala d'aspetto e profumava di patchouli; appena sulla sua destra, c'era un'enorme televisione, grande quasi quanto tutta la parete che sembrava lo schermo di un cinematografo e il pavimento era interamente nero, così lucido da riflettere l'ambiente.
"Lo usa per sbirciare sotto le gonne delle ragazze? Si godrà il panorama delle mie mutandine rosse..." pensò Lily maliziosamente.
Vicino la vasta scrivania di tek laccato bianco c'era un ragazzo alto, spalle larghe e fisico atletico in un completo grigio, con una cravatta lilla su camicia bianca. Lily sgranò gli occhi per la sorpresa. Lui! Mr Occhiverdi del locale! Possibile fosse lui Adrian Mangiamorte? Si aspettava un uomo sulla quarantina, un pò sovrappeso... insomma, il classico clichè del produttore cinematografico... non certo il bellissimo ragazzo che qualche sera prima l'aveva ammaliata con i suoi occhi color veleno! Dalla luce fulminea che aveva illuminato per qualche istante quel verde del peccato, si accorse che anche lui l'aveva riconosciuta subito. Gli vide anche abbassare per qualche istante gli occhi al pavimento: slippini rossi avvistati.
Adrian: "Alex Barberini! Sono contento che hai accettato il mio invito a questo colloquio... possiamo darci del tu? Odio le formalità quando devo discutere di cose importanti" esclamò stringendo la mano di Alex.
Alex: "Certo, signor Mangiamorte... ehm cioè.. sì, non ci sono problemi... ehm..." balbettò con la voce impastata. Improvvisamente, aveva iniziato a sudare e non riusciva a muovere le gambe, come se la consapevolezza dell'importanza di quell'incontro gli fosse piombata dal nulla come un macigno pesante.
Adrian: "Oh chiamami Adrian... il mio cognome ricorda quello di un becchino" esclamò con un tono cordiale che gli si addiceva poco. Alex aveva già sentito quel tipo di inflessione della voce: il classico dolce suono che nasconde mille insidie.
Alex: "Ehm ok, cioè Adrian... ecco le presento... cioè ti presento... ehm... Lilith Parker... lei è coinvolta nel progetto che ho iniziato a mettere su per un corto di Nemesis" presentò goffamente l'amica, lottando tra la formalità che sentiva verso quell'uomo e la confidenza con cui lui s'era già imposto.
Adrian: "Accomodatevi, meglio non rimanere in piedi impantanati... Lilith Parker... e dire che per conoscere il tuo nome m'ero armato di una scorta annuale di gomma alla fragola..." disse con malizia, abbozzando un mezzo sorriso.
Alla battuta e a quelle labbra, Lily arrossì violentemente mentre si sedeva sulla comoda poltroncina bianca di fronte la scrivania. Si ricordava quanto poco gentile fosse stata quella sera, quella incontrollabile voglia di saltargli addosso che le aveva percorso le membra, quell'insana irrequietezza che l'aveva portata a fuggire via. Ora tutto era lì di fronte a lei, e le mostrava un sorriso beffardo. Un dannato, sensuale sorriso beffardo. Accennò ad una timida smorfia di cortesia con la bocca sigillata e abbassò il capo, fissandosi la manicure color pesco. Sì, se si concentrava a fissare per tutto il tempo le sue unghie e non avesse detto parola, ne sarebbe uscita sana e salva. Bhe, sana e salva forse no, ma per lo meno viva e con ancora le mutandine addosso. Perchè quell'uomo aveva un potere così grande su di lei? Come faceva a metterla in imbarazzo anche solo guardandola? Nessuno aveva mai avuto questo effetto su di lei. Nessuno.
Alex: "Ehm sì... dicevo, nel cortometraggio che ho iniziato ad organizzare, Lily recita la parte di Christabel e nonostante non abbia molta esperienza, lei..." iniziò a spiegare, ritrovando un pò più di forza.
Adrian: "Corto? Bhe, spero riusciremo ad accordarci per qualcosa di meglio... Lily nei panni di Christabel... hai buon occhio Alex, anche io l'avrei scelta... mia sorella Melissa mi ha presentato il tuo copione proponendosi come attrice protagonista, ma più lo leggevo e più mi rendevo conto che non è adatta... ecco, in effetti da come la descrivi... Christabel dovrebbe avere proprio l'aspetto di Lily... e poi... bhe, hai degli occhi bellissimi che sono certo di saper mettere in risalto davanti alla cinepresa..." le dichiarò guardandola dritto negli occhi, con cui sembrava averla ipnotizzata.
Ok. Non poteva farcela. Le sue unghie non erano abbastanza interessanti per dissuaderla da lui. Da Adrian Mangiamorte. Non poteva starsene lì come un baccalà al sole, non era da lei... dov'era finita la sua proverbiale grinta? E così, come un mantra di autoconvincimento, Lily prese forza e cercò, come era solita fare, di rivoltare la situazione e riprendere il controllo.
Lily: "Ti ringrazio e sono lusingata... ma vorrei premettere che, se sarò scelta, sono disposta anche a seguire senza problemi le indicazione di Alex circa il mettermi delle lenti a contatto grigie e ovviamente sono pronta anche per sottopormi ad un provino in piena regola... come stava per dirti anche lui, so di avere poca esperienza, ma sono una persona che si impegna molto, sul lavoro sono seria e puntuale e so già le battute a memoria di molte scene... ho qui il mio curriculum vitae, comunque, e il mio book fotografico... ho pensato che un produttore importante e serio come te ne volesse prendere visione" disse tutto d'un fiato cercando, vanamente, di reggere il suo sguardo.
Sì, quello era lo spirito giusto! O forse era sembrata troppo ansiosa e nervosa tanto da parlare a raffica come un'esaurita? Pazienza, ormai le parole erano uscite di bocca e non poteva ritirale.
Adrian: "Non abbiamo ancora focalizzato i dettagli ma tu sei già pronta, eh?" le insinuò di nuovo con quel mezzo sorriso che sembrava avere dei poteri soprannaturali, tipo sciogliere iceberg dell'Antartide.
Lily: "Sono nata pronta, io" affermò con una sicurezza che aveva ripescato da meandri molto profondi e bui, stavolta riuscendo a guardarlo dritto in quel verde d'assenzio.
Adrian: "Bene, mi piacciono le persone nate pronte" rispose soddisfatto, ammiccando verso di lei come se stesse elaborando chissà quale piano segreto.
Lily gli sorrise di rimando ma i suoi occhi si incantarono sulla mezzaluna delle sue labbra, che ora lui si stava accarezzando con l'indice e il medio della mano destra. Sleale! Di solito, era lei a usare queste tattiche di seduzione! Scosse un pò la testa, scacciando l'idea che lui ci stesse provando e portò lo sguardo di nuovo alle sue graziose unghie.